Alla scoperta de Il bistrot dei Duval, il nuovo romanzo di formazione di Daniela Foschi

Una coppia inaspettata, un viaggio verso il nord della Francia, e la speranza rinata dall’amicizia: questi i temi del suo secondo libro.

Il 19 novembre scorso è stato pubblicato dalla casa editrice Santinelli il secondo romanzo di Daniela Foschi, “Il bistrot dei Duval” (o il bistrot dei duval, tutto minuscolo come in copertina)

Il libro ci racconta un’avventura estiva, che ha come protagonisti Tizi e Alfonso: lei un’adolescente colma di rabbia, contro sé stessa e contro il mondo; lui invece un quarantenne un po’ arreso con la vita.

Un giorno Tizi, aspettando la corriera che l’avrebbe riportata a casa, si rende conto di non avere i soldi per il biglietto, e il destino vuole che proprio dall’altro lato della strada passi Alfonso.
Lui sembra una persona affidabile, e lei inconsciamente lo sceglie, anche solo per chiedergli qualche spiccio.

È qui però che il fato sembra iniziare a tessere la sua trama, perché inaspettatamente Alfonso e Tizi continuano a rincontrarsi inavvertitamente, finché lei non ha una pazza idea: cercare di convincere il suo nuovo amico ad accompagnarla in un lungo viaggio verso la Normandia.

Il tragitto verso la loro meta sarà per loro però anche un lungo percorso di autoconoscenza: entrambi devono fare i conti con il loro passato, e solo così riuscire a ricostruire un presente in cui si sentono finalmente sereni.

L’autrice e l’ispirazione per il bistrot dei duval (sic)

Questo romanzo di formazione è una sorta di esperimento per l’autrice. Nel suo secondo libro, rivela la stessa Foschi in un’intervista con “Non è più Domenica”, voleva concentrarsi infatti su una parentesi temporale, quella estiva, molto più ristretta rispetto al suo esordio, “Il cerchio di Ercole”.

Ma nasce anche in maniera sperimentale, perché l’ispirazione la deve proprio a un corso di scrittura creativa. È in questa occasione che prendono forma per la prima volta i due personaggi, che rimangono sempre nel cuore dell’autrice finché non ha dato loro vita in questo incredibile viaggio.

Un viaggio inusuale, per una coppia altrettanto inusuale, ma che trova la sua armonia proprio nel bilanciamento di opposti così apparentemente lontani: l’adolescenza e l’età adulta. Foschi, che nel personaggio di Tizi mette tanto della sua autobiografia, fa appello proprio al suo personale passato adolescenziale per scrivere il personaggio, uno sforzo che non sempre risulta semplice per tutti.

Pagina dopo pagina, l’autrice racconta la fragilità e talvolta la debolezza dei protagonisti con delicatezza, senza mai cadere nel pietismo.

L’obbiettivo del romanzo è invece di evidenziare questi momenti di drammaticità, come simbolo di ripresa, dimostrando che anche nei momenti più bui, si può trovare speranza nei modi e nelle persone più inaspettate.

La scrittura è teatrale, quasi cinematografica, proprio perché così nascono le scene nella mente di Foschi, che solo successivamente vi ci costruisce una trama attorno.

Il risultato è un romanzo dolce-amaro, che trasporta emotivamente e visivamente il lettore in questa incredibile avventura estiva.