Esteri

Chi è Sharif Osman Hadi, il volto delle proteste di luglio in Bangladesh

Giovane attivista, docente, e ora capo di un gruppo politico, Hadi si stava occupando proprio della sua campagna elettorale per il 2026.
Il 18 dicembre scorso è morto a Singapore Sharif Osman Hadi, uno dei protagonisti delle rivolte in Bangladesh a luglio 2024.

Noto per il suo attivismo, in questi mesi si era candidato indipendentemente al seggio parlamentare Dhaka-8 per il 2026, ma il suo impegno politico è stato brutalmente interrotto proprio il 12 dicembre. In un attentato alla sua vita, è stato sparato alla testa mentre si muoveva attraverso la capitale in un rickshaw (un mezzo tipico locale).

Secondo la polizia gli attentatori sarebbero stati due uomini su una moto, appartenenti al gruppo Awami League, sostenitore dell’ex Primo Ministro Sheick Hasina, rifugiata in India e da novembre ufficialmente condannata a morte per violazione dei diritti umani (in merito alla violenta soppressione delle proteste che ha portato alla morte di 1400 rivoltosi).

Da subito in condizioni critiche, il 15 dicembre Hadi è stato trasportato urgentemente dal governo bangladese al Singapore General Hospital, nella speranza di poter garantirgli cure avanzate che potessero salvarlo.

Purtroppo, non c’è stato nulla da fare: l’attivista è morto la notte del 18 dicembre alle 21:45, ora locale, all’età di 32 anni.

Origini e carriera: come è arrivato a essere il volto della rivoluzione

Nasce il 30 giugno 1993, nel distretto di Nalchity, da una famiglia religiosa. Il padre era imam e insegnante in una madresa, e lui sarà l’unico figlio a ricevere un’educazione sia religiosa che secolare, cosa che influenzerà particolarmente la sua visione politica in futuro.

La sua formazione accademica prende ufficialmente il via quando inizia gli studi nel Dipartimento di Scienze Politiche all’Università di Dhaka, dove si immerge profondamente nella politica studentesca, quella che sarà a tutti gli effetti la gavetta per i successivi anni di attivismo.

Intanto si da anche alla scrittura, in particolare a quella poetica: secondo alcune fonti esisterebbe una sua raccolta di poesie, pubblicata sotto lo pseudonimo Shimanto Sharif, in cui sono esposte anche molte delle sue idee sociali.
È infine diventato docente al Dipartimento di Studi Aziendali alla University of Scholars.

Ma nel luglio del 2024 tutto cambia, quando scoppiano le famose rivolte, in seguito a una riforma conosciuta come “Quota System”: con questo programma (già abolito nel 2018) si intendeva riservare circa il 30% dei posti statali ai discendenti delle Guerre d’Indipendenza del 1971. Buona parte della popolazione, specie quella studentesca, ha visto in essa un atto discriminatorio, che riduceva drasticamente le opportunità di accedere agli stessi impieghi su base meritocratica.

Le proteste nascono in maniera pacifica, con blocchi stradali e boicottaggi delle lezioni universitarie, ma le repressioni, le cui immagini hanno fatto il giro del web, sono diventare presto violente, con coprifuoco, arresti indiscriminati e blackout di internet.

Hadi si è distinto da subito come portavoce della gioventù, partecipando attivamente alle mobilitazioni e organizzando incontri per le principali coalizioni giovanili.

L’apice lo raggiunge proprio il 13 agosto 2024, quando fonda Inqilab Moncho (“Piazza della Rivoluzione“), un gruppo politico formato principalmente da giovani e studenti.

Si tratta di un movimento anti-estabilishment e nazionalista, con forte enfasi sulla lotta alla corruzione, sulla giustizia sociale e sulla critica alle élite politico-economiche.

Hadi chiamava alla trasparenza politica e all’abolizione dell’Awami League, accusata di aver instaurato un regime autoritario nel Paese.

Nel 2025 arriva l’annuncio della sua candidatura, ma la tragica morte ha purtroppo interrotto la campagna.
La scomparsa non è però rimasta silente. Nelle ore successive è immediatamente scoppiato il caos a Dhaka: i manifestanti sono scesi per strada e hanno vandalizzato edifici pubblici, incendiato giornali e si sono scontrati con le autorità pubbliche.

Partiti come il Bangladesh Nationalist Party hanno espresso cordoglio e chiedono giustizia, ricordando una voce coraggiosa per i diritti dei cittadini per la salvaguardia della democrazia.

La Corte Suprema ha espresso profondo shock e dolore per la perdita del giovane attivista, e leader politici come Tarique Rahman hanno chiesto indagini veloci per condannare rapidamente gli attentatori.

Il governo ha dichiarato di aver già individuato i sospettati, e offre un’ingente ricompensa a chiunque abbia ulteriori informazioni utili per il processo.

Antonella Sitzia

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