Quante volta abbiamo sentito dire la frase “quando c’era Mussolini si stava meglio”, ma che succederebbe se Mussolini tornasse veramente?
A raccontarcelo è un film del 2018 diretto da Luca Miniero. Il film si intitola Sono tornato ed è una commedia che racconta del ritorno di Mussolini ai nostri tempi.
Siamo nel 2017 e il defunto Benito Mussolini cade dal cielo davanti alla Porta Alchemica a Roma tale e quale a come ci aveva lasciato, con tanto di divisa. Inizialmente spaesato da un mondo che non conosce, incappa nell’aspirante regista Andrea Canaletti, che lo scambia per un comico. Intenzionati a sfruttarsi a vicenda i due iniziano un viaggio per l’Italia.
Il film è un remake della versione tedesca Lui è tornato, dal titolo originale Er ist wieder da, che racconta il ritorno di Hitler in una Germania contemporanea.
Così come nella versione tedesca, in Sono tornato si alternano scene recitate e scene improvvisate in cui Massimo Popolizio, che interpreta Benito Mussolini, interagisce nei panni del Duce con persone ignare della finzione in atto, scatenando le reazioni più disparate.
Le riprese si sono svolte in diverse località dell’Italia tra cui Roma, Napoli, Firenze, Milano e Umbria.
Se volete vedere Sono tornato sarà disponibile questa sera alle ore 21 su Cine34.
Il ritorno del Duce genera simpatia
Nonostante sia un film, Sono tornato potrebbe anche essere considerato un esperimento sociale, perché ci permette di capire qual è il punto di vista degli italiani non sul ritorno di Mussolini, sarebbe impossibile, ma sul ritorno di una figura con i suoi stessi ideali.
I produttori del film non volevano parlare di politica, il film non è una critica all’ideologia di Mussolini, vuole solo vedere come reagirebbero oggi gli italiani a una figura come quella del Duce. “Non abbiamo giudicato Mussolini, lo abbiamo utilizzato per osservare le reazioni degli italiani”, ha spiegato Luca Miniero. Ne è venuto fuori che “gli italiani giudicano il Duce con una certa indulgenza”, ha detto Miniero, “non è un tabù, come Hitler in Germania”.
Nelle scene improvvisate Mussolini parla con alcune persone ignare di trovarsi nel bel mezzo delle riprese di un film. Quando gli italiani incontrano il personaggio, si divertono, scherzano e acclamano il Duce con simpatia. Mussolini viene accolto con ironia, le persone scherzano con lui e quasi condividono quello che dice. Quando il protagonista chiede: “Sareste d’accordo con una dittatura?”, alcuni rispondono divertiti: “La dittatura si, ma un po’ libera”.
Tutti prendono il resuscitato Mussolini come un fenomeno da cabaret, i talk show se lo contendono come ospite e diventa una vera e propria star.
In tv dice frasi del tipo “Quando la crisi si fa sentire volete non pensare, volete ridere, per questo nel 1940 producevamo commedie, eravate un popolo di analfabeti, vi ritrovo un popolo di analfabeti, con la testa in un telefono, siete senza sogni, soli, invidiosi, pieni di rancore”. Di nuovo si ripete quello che la storia già conosce, Mussolini sfrutta il suo carisma, la potenza dei media e l’insoddisfazione delle persone per aumentare il suo potere e ottenere consensi.
Questa volta ci troviamo in un film, ma se tutto questo fosse stato realtà e al posto di un attore ci fosse stata una figura simile a quella di Mussolini come sarebbe andata?