La storia di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, diretto da Paul Greengrass, è una delle storie di vita reale più straordinarie e incredibili che sembrerebbero appartenere solo al mondo del cinema. Questo film, uscito nel 2013, racconta la vera storia del dirottamento di una nave da parte di pirati somali nel 2009. La sceneggiatura di Billy Ray, basata sul libro autobiografico di Richard Phillips intitolato “Il dovere di un capitano” scritto in collaborazione con Stephan Tatty, ha portato sul grande schermo questa storia. Questa storia appassionante ha catturato l’attenzione di numerosi spettatori. Il film non solo ha ottenuto successo di pubblico, ma è stato anche acclamato dalla critica. Ha ricevuto numerose nomination ai premi Oscar, tra cui quella per il miglior film. Ecco un assaggio della trama e del cast, e le principali differenze con la reale vicenda a cui è ispirato.
La trama
Il protagonista del film è il capitano Richard Phillips, interpretato da Tom Hanks. Phillips parte in missione al largo del Corno d’Africa, lasciando sua moglie Andrea a casa. A bordo della nave Maersk Alabama, si dirige verso la città di Mombasa per portare aiuto alle popolazioni bisognose, fornendo loro cibo e attrezzature. Durante la missione, la nave viene attaccata da due piccole imbarcazioni identificate come pirati somali. Phillips si trova improvvisamente in una situazione estremamente pericolosa e deve gestire una situazione impensabile. È costretto a negoziare con il capo dei pirati, Abduwali Muse, e entrambi si rendono conto di essere vittime delle potenze economiche che sfuggono al loro controllo.
Il cast
Tom Hanks ha preparato il suo ruolo studiando a fondo l’incidente e ha anche avuto l’opportunità di incontrare il vero Richard Phillips. Questo incontro gli ha permesso di apprendere dettagli aggiuntivi sulla storia, rendendo la sua interpretazione più realistica e convincente. L’interpretazione di Hanks è stata molto apprezzata dal pubblico e dalla critica, e la sua mancata nomination agli Oscar ha suscitato scalpore. Accanto a Hanks, nel ruolo di Andrea, la moglie di Phillips, c’è l’attrice Catherine Keener.
Una delle grandi scoperte del film è l’attore Barkhad Abdi, di origini somale, che ha avuto la sua prima esperienza cinematografica in questo ruolo. Non avendo esperienza precedente nella recitazione, Abdi è stato scelto tra oltre 700 candidati dopo aver incontrato il regista. Nervoso per il suo primo giorno sul set, l’attore ha rivelato di non essere riuscito a dormire e il giorno successivo ha improvvisato diverse battute, tra cui la celebre frase “look at me, look at me, I’m the captain now”. Abdi non ha avuto l’opportunità di incontrare Hanks prima di girare la scena dell’assalto, il che ha spaventato molto l’attore premio Oscar con la sua performance realistica. Abdi è stato successivamente nominato agli Oscar come miglior attore non protagonista.
Captain Phillips – Attacco in mare aperto: la vera storia e le differenze con il film
La storia di Captain Phillips ha inizio il 28 marzo del 2009, quando il capitano Richard Phillips si imbarca in una spedizione umanitaria al largo del Corno d’Africa. Il 1º aprile, la sua nave, la Maersk Alabama, con venti membri dell’equipaggio a bordo, salpa dal porto di Salalah, in Oman, diretta a Mombasa, in Kenya. Durante questa missione, l’8 aprile, la nave viene raggiunta da due piccole imbarcazioni appartenenti a quattro pirati somali. Tra di loro si trova Abduwali Muse, che, prende il controllo della nave. Come rappresentato anche nel film, Phillips cerca di respingere l’attacco sparando dei bengala contro i pirati, ma senza successo nel loro intento di spaventarli.
Contrariamente a quanto mostrato nel film, Phillips non dà l’ordine di nascondersi o chiudere a chiave i vari scomparti della nave. Nel tentativo di placare gli aggressori, Phillips offre loro 30.000 dollari, presenti nella cassaforte della nave. Tuttavia, i pirati dichiarano di volere molto di più. Nell’impeto di salvarsi, l’equipaggio attacca Muse, riuscendo inizialmente a tenerlo prigioniero, ma dovendo poi rilasciarlo. Tutto questo avviene in un solo giorno. Il successivo, il 9 aprile, iniziano ad arrivare i soccorsi rappresentati dal cacciatorpediniere Bainbridge. Il capitano di quest’ultimo, Frank Castellano, intima ai pirati di abbandonare la nave. Per farlo, Muse richiede un riscatto di 10 milioni di dollari.
Il finale della storia
Con il peggiorare della situazione, alcuni cecchini si posizionano per avere i pirati somali nel loro mirino. Dopo il fallimento dei negoziati, ai cecchini viene dato l’ordine di aprire il fuoco, uccidendo tre dei quattro pirati. Con l’arrivo dei soccorsi, Phillips viene infine prelevato e portato in salvo insieme all’equipaggio. Muse, invece, viene portato negli Stati Uniti con l’accusa di pirateria e successivamente condannato a 33 anni di carcere. Nel raccontare questa storia, il regista ha sottolineato come le azioni dei somali fossero spinte dalla disperazione causata dalle difficoltà economiche del loro paese.