Dal dischetto Dovbyk e Soulé falliscono tre penalty consecutivi. Ma non è la prima volta che il calcio ci regala episodi simili
La serata che all’Olimpico doveva far avanzare il percorso della Roma in Europa League si è trasformata in una delle pagine più curiose della storia recente giallorossa. Il Lille passa 1-0 grazie a un gol in avvio, mentre la squadra di Gasperini spreca l’occasione del pari con un episodio destinato a restare negli annali: tre rigori consecutivi sbagliati in appena tre minuti.
Tutto si consuma tra l’82’ e l’85’, quando la Roma si ritrova sul dischetto con la chance del pareggio. Tocca a Dovbyk: il suo tiro è respinto, ma l’arbitro Lambrechts ordina la ripetizione per invasione in area. Ci riprova ancora l’ucraino, ma stavolta il fischietto belga fa ribattere perché il portiere Ozer si era mosso prima. Terzo tentativo, nuovo esecutore: Soulé. L’argentino però subisce la stessa sorte, col tiro neutralizzato regolarmente dal portiere francese. Tre errori, uno dietro l’altro, che congelano l’Olimpico e consegnano al Lille tre punti preziosi.
Il paradosso non cancella una partita in cui i giallorossi erano già apparsi contratti e poco incisivi, colpiti dopo appena sei minuti da Haraldsson e incapaci, per larghi tratti, di impensierire la retroguardia francese. Nemmeno i cambi di Gasperini mutano l’inerzia di una gara che fotografa meglio di qualunque tabellino i valori visti in campo. A fine partita lo stesso tecnico non nasconde la sorpresa: “Non mi era mai capitato che la mia squadra sbagliassee tre rigori nella stessa occasione. È una situazione quasi unica, casuale. Bisogna saper reagire”.
Maledetti rigori, da Beccalossi a Palermo fino al tunisino Jedidi: i penalty sbagliati che hanno fatto epoca
Per comprendere l’eccezionalità di Roma-Lille, occorre guardare indietro e scoprire che la storia del calcio è costellata di episodi simili, capaci di trasformare un gesto tecnico apparentemente semplice in un incubo collettivo.
Nel settembre 1982 Evaristo Beccalossi, in Coppa delle Coppe contro lo Slovan Bratislava, fallì due rigori in appena otto minuti. L’Inter vinse comunque 2-0, ma quell’episodio divenne talmente celebre da ispirare l’“Ode ad Evaristo” del comico Paolo Rossi, un monologo teatrale che ha fissato nella memoria quell’assurdo doppio errore.
Se Beccalossi fece storia in Italia, a livello internazionale spicca Martin Palermo: nel 1999, con la maglia dell’Argentina in Coppa America, riuscì a sbagliare tre rigori nella stessa partita contro la Colombia, persa 3-0.
Il primato più surreale nella storia dei rigori appartiene a Mohammed Jedidi, attaccante della Tunisia. Siamo alle Olimpiadi di Atene, estate 2004. La Tunisia affronta la Serbia, il punteggio è sull’1-1 e all’83’ l’arbitro concede un rigore ai nordafricani. Jedidi si presenta sul dischetto e segna, ma la rete viene annullata per l’invasione in area di alcuni compagni. Costretto a ripetere l’esecuzione, Jedidi non trema e infila di nuovo il portiere serbo Milojević. Anche stavolta, però, l’arbitro fischia: altra invasione, stavolta segnalata dal guardalinee. Al terzo tentativo, inevitabilmente sotto pressione, l’attaccante tunisino calcia e si fa parare il tiro. Non basta: il portiere era partito in anticipo e il rigore deve essere ribattuto ancora. Jedidi torna sul dischetto, ma la scena si ripete: altro tiro, altra parata, e perfino un gol segnato di testa sulla respinta che però non viene convalidato. Quando ormai sembra diventata una farsa, Jedidi prende coraggio, batte per la sesta volta e finalmente segna il gol buono, quello che riporta avanti la Tunisia.
E in Serie A? All’Olimpico, proprio come nel caso di Roma-Lille, anche la Lazio visse qualcosa di simile. Era il 1984, sfida col Napoli: Giordano si presentò due volte dal dischetto, due volte fu fermato. Alla terza toccò a D’Amico, che spedì fuori. Alla fine la Lazio vinse lo stesso, 3-2, ma quella sequenza di rigori falliti rimase nella memoria collettiva.
Da Baggio e Baresi nella finale di Usa ‘94 a Trezeguet nella Champions del 2003 tra Juve e Milan, i rigori hanno sempre rappresentato il confine sottile tra gloria e disfatta. Gli errori dei calciatori della Roma contro il Lille si iscrive così in una lunga genealogia di episodi che dimostrano come, pur essendo il gesto tecnico più atteso e studiato, il rigore resti una delle espressioni più enigmatiche e imprevedibili del calcio.