La Commissione Europea non si dice contraria all’innalzamento di muri di frontiera: circa 12 paesi chiedono l’utilizzo di fondi europei per costruirli.
In un mondo sempre più globalizzato, in un’Europa che mira all’inclusione, una decisione del genere sembra incredibile e contraddittoria.
Lettonia e Lituania si aggiungono in coda ai paesi dell’Est che stanno militarizzando i confini, nel tentativo di regolamentare e bloccare l’immigrazione, specialmente quella clandestina.
A fine estate, infatti, le due repubbliche baltiche si sono dette preoccupate dagli ingenti flussi migratori proveniente dalla Bielorussia.
Nel frattempo, anche Atene, a seguito della caduta di Kabul in mano ai talebani, ha implementato le misure di sicurezza al confine con la Turchia, per evitare l’esodo di rifugiati in cerca di asilo.
I muri di frontiera dalla Berlino del 1989 ad oggi
In piedi dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989, il muro di Berlino è stato simbolo di una profonda frattura tra Est e Ovest Europa, tra URSS e NATO.
La sua caduta segnò un momento di rinascita, uno dei momenti fondamentali per la fondazione dell’Europa come la intendiamo oggi, unita e senza barriere.
Almeno, questo era ciò cui si aspirava quando fu firmato nel 1990 il trattato di Schengen: libera circolazione di idee, merci e persone tra i paesi firmatari.
Eppure lo scorso mercoledì, la Commissione europea, nello specifico Ylva Johansson, commissaria agli affari interni, ha affermato di “non avere nulla in contrario alla costruzione di nuove barriere”.
Al momento, si contano, stando ai dati riportati dalla geografa Elisabeth Vallet, 77 muri o confini militarizzati nel mondo, ma i dati, in aumento, non sono certi.
Tra quelli registrati, ricordiamo:
- Pakistan/India, costruito nel 2003
- Israele/Palestina, 65 km di recinzione della zona della striscia di Gaza
- Georgia/Ossezia del Sud, costruito dalle truppe russe a seguito della “guerra delle religioni”, 2008
- Cipro, con un muro che spacca a metà l’isola
- Belfast, Irlanda del Nord, registrati oltre 99 muri che dividono comunità cattoliche e protestanti
- USA/Messico, iniziato nel 2006 sotto la presidenza Obama e continuato sotto la direzione di Trump
- India/Bangladesh, s contano oltre 1000 vittime tra quelli che hanno cercato di scavalcarlo
- Corea Nord/Sud, la zona è stata smilitarizzata, ma per evitare contatti tra le due parti, sono stati realizzati 240 km di filo spinato.
- Israele/Cisgiordania, 420 km di barriera, con alternanza di filo metallico e blocchi in cemento
- UE/Nord Africa, a Melilla, in Spagna, al confine con il Marocco, è stato costruito un muro che regoli l’accesso in Europa
Pertanto, sebbene si parli spesso di unità, accoglienza ed inclusione, i dati parlano chiaro: fisicamente, gli ostacoli da superare sono molti, alti e circondati di filo spinato.