Gli scienziati sostengono che gli esseri umani potrebbero viaggiare verso Giove e Saturno nei prossimi 60 anni. Ad affermarlo è un team della Nasa, secondo cui la colonizzazione di luoghi diversi dalla Terra sarà necessaria per assicurare il futuro della nostra specie. L’ormai dichiarata futura esplorazione spaziale, quindi, avrà come protagonisti persone comuni, non scienziati.
Tutte queste informazioni sono contenute in un documento stilato dagli scienziati, nel quale emerge ciò che gli esseri umani saranno in grado di fare nei prossimi secoli. Tra queste capacità si evidenzia dunque l’esplorazione spaziale. Il documento è stato elaborato sulla base della legge di Moore, secondo cui la potenza di calcolo raddoppia ogni due anni.
Qual è il contenuto dello studio degli scienziati?
Nello specifico, gli studiosi prevedono missioni con equipaggio nello spazio per atterrare su Marte, sugli asteroidi e su Giove e Saturno prima della fine del 21° secolo. Queste potrebbero essere seguite nel 23° secolo da voli verso pianeti che si trovano in altri sistemi solari – esopianeti. I viaggi in altre galassie però, rappresentano una realtà ancora molto lontana per i comuni esseri umani. Tuttavia, gli scienziati pensano che anche questi saranno possibili entro la fine del 24° secolo.
Ovviamente tutto questo studio si basa sulla velocità del progresso scientifico e tecnologico che l’uomo ha fatto dall’inizio dell’era spaziale. E tutte queste capacità non coinvolgono solo l’uomo, in quanto si pensa che in futuro – presumibilmente nel 2040 – potranno essere inviati nello spazio anche robot fino a 40 anni luce di distanza.
Nel cuore di questo studio però, non vi è solo il progresso. Si tratta della sopravvivenza della razza umana, per la quale è fondamentale questo tipo di esplorazione spaziale. Gli autori dello studio sostengono: “A partire dallo sviluppo e dal dispiegamento delle prime armi nucleari verso la fine della seconda guerra mondiale, l’umanità è entrata in una ‘finestra di pericolo‘ che non sarà chiusa in modo sicuro fino a quando robuste colonie fuori dal mondo non diventeranno una realtà“.