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Delitto Alessio Madeddu, la svolta: i retroscena dietro il brutale omicidio passionale

Proseguono le indagini sull’omicidio di Alessio Madeddu, lo chef sardo trovato morto ieri fuori dal suo ristorante a Teulada, nel Sud Sardegna.

Cominciano a trapelare i primi retroscena dell’omicidio. Il presunto assassino, arrestato questa notte, si sarebbe recato nel ristorante per chiedere conto alla vittima delle attenzioni rivolte alla moglie, una sua dipendente.

L’uomo in stato di fermo è Angelo Brancasi, 43 anni, panettiere di Sant’Anna Arresi – ma originario di Erice (Trapani) – un paese a circa 10 km da Teulada. Brancasi avrebbe confessato il delitto, e ha raccontato agli investigatori di averlo fatto perché geloso di sua moglie. La donna lavorava nel ristorante di Alessio Madeddu, e i due avrebbero avuto una relazione clandestina.

A incastrare il 43enne sono stati i video ripresi dalle telecamere installate nei pressi del locale. Sembrerebbe proprio un brutale omicidio passionale. Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri, è avvenuto attorno alle 22 di mercoledì 27 ottobre, notte in cui il panettiere si è recato al ristorante per chiedere spiegazioni a Madeddu. Dopo lo scoppio di una lite, Brancasi avrebbe estratto dalla tasca un grosso coltello che aveva portato con sé, colpendo ripetutamente Madeddu che ha provato a fuggire difendendosi con l’accetta poi trovata vicino al cadavere.

Oltre a queste atrocità, sono emersi ulteriori dettagli. Il panettiere, successivamente, sarebbe salito a bordo della propria auto travolgendo lo chef che, in un ultimo tentativo di difesa, ha lanciato una pietra sfondando uno dei vetri del mezzo prima di morire in un bagno di sangue.

Dopo essere stato individuato dai Carabinieri grazie alle immagini delle telecamere, Angelo Brancasi è stato rintracciato e portato in caserma e la sua auto sequestrata. Ora si trova presso il carcere di Uta.

Eleonora Floris

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