Le politiche pandemiche: dal convegno no pass nascerà un partito?

Le anime della protesta contro il green pass si riuniscono a Torino: è l’inizio di un movimento “No Pass”?

Mercoledì 10 novembre, si è tenuto, presso l’International University College of Turin, un convegno dal titolo “Le polemiche pandemiche”, organizzato dal giurista Ugo Mattei.

Secondo le dichiarazioni rilasciate da Mattei a Repubblica: “Daremo continuità al lavoro, già oggi abbiamo deciso che ci costituiremo quale commissione permanente qui a Torino” .

Tra i protagonisti, tutti volti ben conosciuti della politica attuale: oltre a Mattei, c’erano anche Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, Carlo Freccero e portavoce delle rivolte portuali triestine Stefano Puzzer.

Cacciari, cercando di sintetizzare in un’unica espressione il contenuto della conferenza afferma: «Lo stato di emergenza non finirà: c’è l’intenzione di trasformare il Green Pass in uno strumento di controllo e sorveglianza permanente sempre più pervasivo»

Il timore del politico e filoso è che non ci sarà mai una fine a queste politiche sempre più stringenti. A suo dire, il virus muterà e a ciò seguiranno infiniti richiami di vaccinazione.

Ma il movimento No Pass, si farà o no?

Dopo non poche diffidenze, sono stati ammessi anche i giornalisti all’interno dell’aula, durante un susseguirsi di interventi che si sono sviluppati dalle 10 di mattina fino a tardo pomeriggio.

Mattei, che si candidò alle ultime amministrative al Comune ed ottenne il 2,23%, dice che ancora non sa bene come si procederà.

“La commissione permanente sarà radicata all’International University College of Turin e divulgheremo con una newsletter una volta al mese quanto emergerà. Speriamo di riuscire a costruire una contro-narrazione autorevole”.

L’idea, pertanto, è quella di costituire una stabile linea informativa, consapevole e autorevole, che vada oltre le manifestazioni nelle piazze.

Non si può, pertanto, davvero parlare della nascita di un nuovo partito e, per ora, nemmeno di un vero e proprio movimento, ma solo di un modo «per restare in contatto e scambiare informazioni»