Nel cuore della Toscana, nella frazione di San Ginese di Compito (Capannori, provincia di Lucca) c’è un prete che si potrebbe definire a suo modo “LGBTQ+ friendly“. Si tratta di don Nando Ottaviani, il quale, durante le omelie delle sue messe, invita i fedeli a supportare, attraverso la preghiera, le persone omosessuali.
“Siamo tutti figli di Dio. Dio è padre e ci ama, non fa distinzioni” dice don Ottaviani. “Siamo tutti suoi figli e abbiamo tutti diritto alla felicità, alla verità, alla libertà”. Nella sua chiesa, in occasione della messa di mercoledì, il parroco ha esposto una bandiera della pace, che condivide i colori dell’arcobaleno con la bandiera simbolo della comunità LGBTQ+.
La scelta di don Ottaviani arriva in un momento di forti tensioni tra la Chiesa e il mondo LGBTQ+, a seguito del lungo dibattito sul ddl Zan. Per il parroco di San Ginese, tuttavia, nelle sue azioni non c’è niente di speciale. “Dovrebbe essere una cosa normale pregare per i nostri simili, […] per una comunità che si sente offesa nei diritti, presa in giro e stigmatizzata” ha detto a Repubblica. Per don Ottaviani è questo il compito della Chiesa: pregare per gli ultimi. Per le donne vittime di violenza, “per i migranti, per i poveri, per le persone che sono bullizzate”.
Don Ottaviani, dunque, crede in una Chiesa che ascolti e accompagni tutti, anche le persone omosessuali. Questo, però, non si traduce in un riconoscimento delle coppie gay. Alcuni mesi fa, infatti, il Vaticano ha ribadito che ogni benedizione delle unioni omosessuali da parte della Chiesa è impossibile: “Si ama il peccatore, ma questo mica vuol dire che si giustifichi ciò che resta un peccato” (Congregazione per la Dottrina della Fede).