Strappare lungo i bordi, la polemica arriva fino in Turchia: ecco perché

Strappare lungo i bordi‘ è la serie animata ideata e creata dal fumettista Zerocalcare, il quale è anche il protagonista. Questa produzione Netflix infatti, racconta le vicissitudini del protagonista e dei suoi due amici, Sarah e Secco. Il racconto, interamente narrato con la parlata romana, viene spesso arricchito da flashback.

La serie è disponibile su Netflix dal 17 novembre, e fin da subito ha riscosso molto successo, conquistando il primo posto delle serie più viste in Italia.

Strappare lungo i bordi‘ però si è vista anche al centro  di diverse polemiche. In primis, le critiche derivano proprio dall’uso del dialetto romano; molti hanno definito la serie incomprensibile se vista senza sottotitoli. D’altra parte però, il successo di Zerocalcare sta nella sua voce unica, originale e riconoscibile: non teme di portare sullo schermo il suo mondo e il suo linguaggio, calato nella periferia romana. Insomma, è un vero e proprio segno identitario dell’artista.

Le polemiche però, hanno ormai varcato anche i confini nazionali. In Turchia, infatti, alcuni organi di stampa filogovernativi gridano allo scandalo per la presenza della bandiera del Pkk/Ypg appesa alla porta del protagonista della serie, Zero, considerata dalla Turchia il simbolo di un’organizzazione terroristica. Il Pkk è il Partito dei lavoratori del Kurdistan, mentre l’Ypg è l’Unità di Protezione delle Donne o Unità di Difesa delle Donne.

Tutte queste polemiche non hanno fatto altro che alimentare il successo della serie animata, in quando l’hashtag #StrappareLungoIBordi è stato per giorni tra le tendenze di Twitter. A tal proposito, Netflix Italia ha voluto cavalcare la popolarità del fumettista affidando proprio a Zerocalcare la gestione del profilo italiano della piattaforma.