“Storia, presente e futuro dell’Afghanistan: a call for action”: la conferenza di Ravenna

La città di Ravenna si mobilita per i diritti umani: qui il report della conferenza “Storia, presente e futuro dell’Afghanistan: a call for action”.

Sabato 27 novembre 2021, presso Palazzo Rasponi dalle Teste, in piazza Kennedy, si è tenuta la conferenza che ha messo a tema la corrente situazione storica, politica, sociale ed economica del paese.

L’evento è stato realizzato dalla sinergia del Comune di Ravenna, del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e di SIA, Students in Action e di Amnesty International-Emilia Romagna.

A seguito degli eventi dello scorso ferragosto, vale a dire quella che i media hanno chiamato “La caduta di Kabul”, alcuni studenti, prevalentemente del corso di laurea magistrale I-CONTACT, si sono mobilitati per rispondere alla situazione di emergenza.

Da qui l’idea di creare un collettivo, SIA, per l’appunto, in grado di affrontare la questione su due fronti: quello informativo e divulgativo, e quello più pragmatico, la Call For Action.

Messisi in contatto con il Dipartimento di Beni Culturali, con sede a Ravenna, hanno collaborato all’organizzazione della conferenza, il cui primo scopo era quello di informare la cittadinanza e non solo, sulla serie di avvenimenti che avrebbe condotto alla crisi umanitaria in Afghanistan.

Una visione ad ampio respiro: i relatori

Al fine di evitare una interpretazione occidentalmente autoreferenziale, si è cercato di scegliere dei relatori che potessero offrire punti di vista differenti, dal punto di vista politico e culturale, sulla corrente situazione.

La conferenza è stata aperta dall’intervento dell’ambasciatore afghano del precedente regime, che si trova in Italia, Khaled Zekriya, il quale ha fornito un quadro completo delle complesse implicazioni che hanno seguito il colpo di stato messo in atto dai Talebani.

Di seguito, la parola è passata a due docenti di storia, religione e filologia iranica dell’Università di Bologna, i professori Antonio Clemente Panaino e Paolo Ognibene, che hanno tracciato le origini dello stato afghano, tramite una ricostruzione storico-linguistica.

Gli interventi successivi sono stati quelli di Linda Bergamo, rappresentante del Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane e di Navid Rasa, in rappresentanza dell’associazione Forlì Città Aperta.

La conferenza si è conclusa con le presentazioni di due studentesse dell’Unibo, Chiara Casagrande (nonché la sottoscritta) e Ofelia Ferrero.
Come portavoce di Students in Action, ho illustrato il progetto “Erasmus ad Hoc”, un’iniziativa finalizzata all’organizzazione di un accordo di mobilità studentesca con specifiche procedure, che garantisca a studenti e docenti dell’Afghanistan di trascorrere un periodo in Italia, presso il Campus di Ravenna.

La collega, invece, ha introdotto un nuovo gruppo di lavoro, Ravenna Must Act, diramazione della più grande organizzazione Europe Must Act, che sta prendendo piede nella città romagnola.