La bellezza vince ancora una volta: la sala della carte geografiche degli Uffizi, dopo due decenni, si scrolla la polvere di dosso e riapre al pubblico.
Lo scrigno delle meraviglie, la Camera dei Segreti di Firenze è stata finalmente aperta: ci sono voluti due anni e oltre 700.000 euro per portare a termine il restauro.
Tutto questo rumore per tre cartine? Le opere in questione, sono dei veri e propri capolavori d’arte, commissionate da Ferdinando de’ Medici, appena tornato da Roma, per reclamare la poltrona di Granduca di Toscana.
Una Toscana ormai nelle mani di Firenze, strappata al dominio di Siena: una simile vittoria meritava di rimanere impressa nella memoria di tutti, un monito alla grandezza dei fiorentini.
Le carte furono disegnate dal cartografo Stefano Bonsignori e poi dipinte dal pittore Ludovico Buti, con una chiara direttiva: devono essere belle da togliere il fiato.
E non è un caso che Dario Argento abbia ambientato in questa sala la sua “Sindrome di Stendhal” nel 1996: la cartografia è l’unica disciplina che sposa reale ed immaginario, autentico e convenzionato.
L’unica disciplina che fa sembrare meravigliosi mucchi di terra e strade d’acqua sparse come vene.
La sala delle carte geografiche: una meraviglia a tuttotondo
Come se le cartine sulle pareti non fossero già di per sé uno spettacolo, la sala vanta un meraviglioso pavimento in cotto e un soffitto animato dalle allegorie del tempo e delle virtù dipinte da Jacopo Zucchi.
Tre enormi carte murali della Toscana cinquecentesca: una con il territorio fiorentino, il dominio “antico”, una con quello senese, il “nuovo”, e poi, su un’altra parete, l’isola d’Elba nel mar Tirreno.
Il terrazzo delle carte geografiche, progettato dal Vasari, era stato anticamente pensato come una loggia aperta per ammirare il panorama sud di Firenze.
Questi giorni, proprio in quella stanza, bella da svenire, si terrà l’annuale convegno internazionale dei geografi, ospitato dalla città di Firenze.