Ricade Oggi, 3 Marzo 2022, il sessantaquattresimo compleanno di Gianni Alemanno, ex sindaco della città di Roma durante il mandato 2008 – 2013.
Oltre alla carica come sindaco di Roma, Alemanno è stato anche Ministro delle politiche agricole e forestali durante i governi Berlusconi II e III (2001 – 2006), portando così avanti alcune battaglie ambientaliste a favore delle coltivazioni biologiche e in difesa dei prodotti nazionali.
Nel 2017 viene invece eletto Segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità, con un voto all’unanimità da parte di tutti i delegati, carica che sarà poi costretto a lasciare nel 2019 in seguito alla condanna in primo grado per il processo di Mafia Capitale.
Sono numerosi i provvedimenti giudiziari portati avanti dalla magistratura italiana nei suoi confronti, l’ultimo fra questi sembrerebbe essersi concluso proprio un paio di settimane fa ed è stato definito dallo stesso ex primo cittadino come: “un incubo durato per sette lunghissimi anni“.
Nelle scorse settimane, infatti, la Corte di Appello di Roma ha emesso la sentenza definitiva per il caso Alemanno, fissando la pena a 1 anno e 10 mesi di carcere per le imputazioni di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta di Mafia Capitale.
La sentenza della Corte di Appello di Roma è arrivata dopo che la Corte di Cassazione eveva annullato, lo scorso Luglio, la condanna per corruzione sia in primo sia in secondo grado; ordinando però che il caso dell’ex sindaco fosse revisionato nuovamente dalla Corte di Appello di Roma per processare le accuse di traffico di influenze illecite e finanziamento illecito, imputazioni per le quali Alemanno è stato infine giudicato colpevole.
Ricostruzione delle accuse
La condanna dell’ex sindaco si colloca all’interno dello scandalo scoppiato in seguito alla concessione, da parte del comune di Roma, di alcuni finanziamenti nei confronti della società municipalizzata Eur SPA.
Questi finanziamenti sarebbero inoltre stati destinati a saldare debiti con soggetti riconducibili a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, i due principali imputati nel processo su Mafia Capitale, condannati nel processo di appello-bis rispettivamente a 12 e 10 anni di carcere per associazione a delinquere.