A partire da domani la Russia sarà disconnessa da Internet, finisce prima di essere mai iniziato il sogno di un mondo interconnesso.
È un fatto certo che la Russia si stesse preparando da tempo al distacco dalla rete web globale, la rete alternativa RuNet non è infatti certo stata allestita in questi ultimi giorni.
I primi propositi di Mosca sull’isolarsi dalla rete Internet globale partono infatti dal lontano 2019, quando la Duma (il Parlamento russo) approva il procedimento di sperimentazione richiesto dal presidente Vladimir Putin, con l’obbiettivo di raggiungere l’obiettivo finale: “l’autosufficienza di Internet”.
Il fine consiste nella realizzazione dell’infrastruttura necessaria a ridurre al minimo, se non azzerare, il trasferimento all’estero di dati scambiati tra utenti russi, in modo che tutti i dati che vengono scambiati rimangano su server russi tracciati e coperti da una chiave di crittografia.
L’obiettivo è quello di ridurre il più possibile i rischi di un attacco cyber dall’esterno.
Tale iniziativa si sarebbe resa necessaria in seguito alle numerose proteste di civili ancora in corso sul territorio russo in seguito allo scoppiare della guerra in Ucraina.
Sempre maggiore inoltre l’esigenza di mettere a tacere alcune voci contrarie alla guerra provenienti da media russi e biellorussi che spesso utilizzano YouTube e Telegram per esprimere il proprio dissenso.
Non sono poi da dimenticare gli attacchi informatici provenienti da diverse crew di hacktivisti tra cui Anonymous, già protagonista di alcune azioni di disturbo contro le strategie del Cremlino.
Quando avverrà lo spostamento a Runet
Secondo l’emittente biellorussa Nexta TV, il ministero dello sviluppo digitale russo avrebbe già comunicato la data entro la quale inizierà l’attivazione di un Web solo russo.
Entro l’11 marzo infatti dovrebbe essere completata la migrazione dei domini e dei server russi all’interno della RuNet, il network nazionale/intranet completamente isolato rispetto al resto della Rete.
Le specifiche del passaggio a Runet comprenderebbero anche l’utilizzo dei soli nomi a dominio con estensione “.ru“, l’uso obbligatorio di DNS (Domain Name System) russi, il ricorso ai soli hosting provider nazionali e la rimozione dalle pagine Web di tutti i codici JavaScript che permettono ai siti Internt di interagire con piattaforme estere.