Dopo le dimissioni del direttore Tugan Sokhieve la decisione del primo ballerino Jacopo Tissi di lasciare difinitivamente il Bolshoi, anche la prima ballerina Olga Smirnova dice addio al teatro moscovita per entrare nel Balletto nazionale olandese insieme al collega Victor Caixeta del Mariinskij Ballet.

Smirnova fin dai primi momenti del conflitto si era apertamente schierata contro la guerra in Ucraina e aveva affermato: “Non posso non dire che con ogni fibra della mia anima sono contro la guerra” aveva detto la prima ballerina, aggiungendo poi: “Non avrei mai pensato di vergognarmi della Russia, sono sempre stata orgogliosa dei talentuosi russi, dei nostri successi culturali, sportivi. Ma ora è stata tracciata una linea prima e dopo, che non può essere ignorata”.

Una presa di posizione che si fa sentire e che rappresenta una condanna vera e propria messa in atto nel modo più forte possibile, lasciando anche i luoghi della cultura che supportano il nome della Russia nel mondo.

Già a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina la danzatrice, trent’anni, considerata una delle più grandi della sua generazione, aveva scritto su Telegram di essere “contro la guerra in tutte le fibre della mia anima”.

Biografia

Nata a San Pietroburgo il 6 novembre 1991, Olga Smirnova inizia a studiare danza da bambina all’Accademia Vaganova, dove ha l’opportunità di partecipare ai tour organizzati dalla scuola in Europa e Giappone, facendo il suo debutto da solista nel 2004 alla Royal Ballet School.

Concluso il suo percorso in accademia, nel 2011 è stata assunta dal Bolshoi direttamente come solista, guadagnando di anno in anno, ruoli sempre più importanti all’interno della compagnia, fino ad ottenere il titolo di prima ballerina nel 2016.

Smirnova è attesa in coppia con Roberto Bolle al «Gala Fracci» della Scala il 9 aprile nel passo a due di ‘Onegin’.

La ballerina non si capacita dell’abisso in cui la Russia è precipitata: “Chi avrebbe pensato solo qualche settimana fa che sarebbe accaduto tutto questo? Possiamo non essere nell’epicentro del conflitto militare, ma non possiamo restare indifferenti a questa catastrofe globale”.