Questa mattina, martedì 22 marzo 2022, alle ore 11 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato in videoconferenza al parlamento italiano riunito in seduta comune a Montecitorio, come aveva già fatto nei giorni scorsi con i parlamenti di Germania, Israele, Canada, Regno Unito e Stati Uniti, oltre che al Parlamento Europeo.
Come previsto, il presidente ucraino ha cercato di sensibilizzare i parlamentari italiani a impegnarsi maggiormente nel sostenere l’Ucraina contro la Russia.
Zelensky ha iniziato il suo discorso affermando che: “il popolo ucraino è diventato il nostro esercito” e ha poi ricordato le vittime di questo conflitto devastante, ponendo l’accento sui 117 bambini ucraini uccisi da quando è iniziata l’invasione, definendoli “il prezzo della procrastinazione” degli altri paesi nel fermare la guerra.
Il presidente ha poi parlato della situazione drammatica in cui versa la città di Mariupol, invitando i parlamentari italiani a immaginare se quanto accaduto lì avvenisse in una città italiana di dimensioni simili, come potrebbe essere Genova.
Ha poi continuato elencando le possibili ripercussioni che questa guerra avrà sull’economia italiana (in particolare sul prezzo del grano, di cui l’Ucraina è tra i principali produttori al mondo).
Infine, ha richiesto al parlamento italiano di imporre nuove e più dure sanzioni nei confronti della Russia.
Il discorso di Zelensky era molto atteso, e non si è discostato particolarmente da quelli tenuti nei parlamenti degli altri paesi nei giorni scorsi.
Ufficialmente la seduta comune di oggi di Camera e Senato è stata una riunione “informale”, quindi senza effettivo obbligo di presenza, ma è stato comunque un evento notevole nella storia del parlamento italiano: prima di oggi solo due capi di stato avevano tenuto un discorso ai parlamentari riuniti tutti insieme, il re di Spagna Juan Carlos durante una visita a Roma nel 1998 e papa Giovanni Paolo II nel 2002.
Non sono mancati però alcuni assenti…
La maggior parte dei parlamentari che non erano presenti all’incontro di questa mattina aveva motivato l’assenza con motivazioni di lavoro o ragioni personali, altri avevano detto che non ci sarebbero stati poichè dichiaratamente in polemica con l’eccessiva esposizione mediatica di Zelensky, altri ancora perché sostengono la posizione della Russia.
I maggiori assenti appartenevano alle fila del M5S e della Lega.