78esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine: come hanno ricordato l’avvenimento i principali leader politici?

Fra gli orrori che la storia non può e non potrà mai cancellare sicuramente si colloca leccidio delle Fosse Ardeatine, il terribile rastrellamento e successiva fucilazione avvenuti nella notte fra il 23 e il 24 marzo del 1944, in clima di piena Seconda Guerra Mondiale.

Ormai 78 anni fa le truppe di occupazione naziste trucidarono 335 persone a Roma; fra essi uomini, civili e militari italiani, ma anche prigionieri politici, detenuti comuni o ebrei, tutti uccisi barbaramente con colpi di pistole alla nuca e ammucchiati poi all’interno delle cave di pozzolana nei pressi della via Ardeatina come forma di rappresaglia a seguito di un attentato organizzato dai gruppi gappisti in cui morirono 33 militari tedeschi.

L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu anche la più ampia strage di ebrei compiuta sul suolo italiano.

Oggi questo terribile episodio rappresenta un simbolo della Resistenza italiana contro l’occupante tedesco: è stato il più grande massacro effettuato dai nazisti in una capitale europea occupata.

Ecco le dichiarazioni di alcune delle più alte cariche dello Stato che hanno voluto commemorare quel massacro

Il discorso dei leader politici ha sottolineato ancora una volta l’importanza del ricordo.

La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha voluto ribadire che “L’eccidio delle Fosse Ardeatine è quanto di più aberrante l’umanità sia riuscita a raggiungere nei crimini di guerra”, aggiungendo poi:“Questa preziosa memoria sia per tutti noi un monito a non abbassare mai la guardia di fronte alla tutela della dignità umana come limite invalicabile anche nelle situazioni di conflitto armato. È una prospettiva di cui oggi più che mai dobbiamo essere garanti rispetto ai tanti scenari di crisi che il quadro geopolitico globale ci presenta”.

“L’eccidio delle Fosse Ardeatine è una ferita profonda nella storia del nostro Paese”, ha invece declamato il presidente della Camera Roberto Fico, aggiungendo: “Questi martiri, insieme a tutte le altre vittime civili della barbarie nazifascista, appartengono alla nostra memoria collettiva: custodirne il ricordo rappresenta un dovere civile e morale per ognuno di noi. Dobbiamo dunque fare di questa pagina dolorosa un ammonimento perenne, un messaggio che non resti imprigionato tra le righe di un testo di storia, ma sia vissuto nel presente, nell’approccio quotidiano con gli altri, nella visione di una società in cui ognuno abbia il suo spazio, le sue idee, le sue opportunità, la sua dignità”.