Dopo diverse settimane di attesa è arrivata la conferma e la firma, da parte del premier Draghi, del decreto che prevede lo stanziamento di 650 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni, quindi fino al 2024.

L’atteso sostengo al mercato dell’auto, attanagliato da una crisi che dopo la pandemia si è aggravata con la carenza di microchip e di materie prime per la guerra in Ucraina, offre agli automobilisti un fondo di 650 milioni di euro destinato a tutti i tipi di auto, dalle elettriche fino a quelle a benzina e diesel.

Gli incentivi sono suddivisi in soglie di emissioni, che vengono calcolate in grammi di CO2 su km.

L’entità del bonus per l’acquisto di veicoli M1 è tanto maggiore quanto minori sono le emissioni di CO2.

Auto elettriche e ibride

Lo sconto massimo è riservato ai futuri acquirenti di auto elettriche e delle ibride plug-in più efficienti, ovvero le auto con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km di CO2, pari a 5.000 euro con auto da rottamare (veicolo di proprietà da almeno 12 mesi, omologazione Euro 0-Euro 5) e a 3.000 euro senza rottamazione.

Per i veicoli elettrici, che rientrano nella fascia 0-20 g/km, il decreto prevede 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

Non tutte le auto elettriche possono però godere dell’incentivo statale e anche le migliori plug-in hybrid sono al momento escluse dal bonus.

Questo perché la fascia 0-20 ha un limite di spesa per le auto nuove fissato in 35.000 euro senza IVA, Ipt e messa su strada, ma con optional compresi.

Aggiungendo anche l’IVA e gli accessori, le nuove auto non possono costare più di 42.700 euro.

Le auto che rientrano nel range 21-60 g/km di CO2 sono al momento solo le ibride plug-in e per queste è previsto un incentivo di 4.000 euro con rottamazione e di 2.000 euro senza rottamazione.

Per queste ibride ricaricabili alla spina il tetto massimo di spesa è di 45.000 euro IVA esclusa.