Qualche giorno fa, in Toscana, è stato avvertito un terremoto di magnitudo 3.7, con epicentro localizzato nei dintorni di Impruneta, a circa 13 km da Firenze e 28 km da Prato. A seguire, vi è stata una scossa di assestamento con una stima provvisoria dell’Ingv tra 3.3 e 3.8 della scala Richter.
La scossa, durata di pochi secondi, è stata avvertita non solo a Firenze e buona parte della provincia, ma anche nel Valdarno fiorentino e aretino, per fortuna senza conseguenze per cose o persone.
Ma come mai il terremoto è stato avvertito in maniera chiara e distinta anche a distanza dall’area dell’epicentro? La spiegazione scientifica la fornisce il Laboratorio di Geofisica Sperimentale – Dipartimento di Scienze della Terra Università di Firenze che ne ha parlato sulla propria pagina Facebook.
Perché il terremoto è stato avvertito così lontano
La spiegazione si chiama “Effetto di sito”. “L’anomalia può essere spiegata sulla base delle caratteristiche geomorfologiche e geologiche dell’area, che hanno determinato un fenomeno che, in ambito sismologico, si chiama effetto di sito – si legge in un post su Facebook del Laboratorio di geofisica sperimentale -. La pianura di Firenze, Prato e Pistoia è ubicata in una valle di tipo tettonico, riempita da sedimenti lacustri e fluviali (caratterizzata da bassa velocità di propagazione delle onde sismiche), il cui basamento e la delimitazione a Nord e Sud è rappresentato da formazioni rocciose (caratterizzate da alta velocità di propagazione delle onde sismiche). Quindi, quando un’onda sismica attraversa l’interfaccia roccia / sedimenti lacustri-fluviali, diminuisce drasticamente la sua velocità passando da circa 3000 m/sec a circa 1000 m/sec”.
“Per il principio di conservazione dell’energia, quando un’onda sismica, nel passare da un mezzo ad alta velocità ad uno a bassa velocità, amplificando così gli effetti sugli edifici.
Effetto di sito – Riflessioni multiple dell’onda
Un altro effetto che amplifica un’onda sismica è la conformazione sotterranea del graben, ovvero le condizioni al contorno. Quando un’onda sismica entra nei sedimenti lacustri/fluviali, propagandosi, si riflette ogni volta che trova un’interfaccia tra due mezzi (ad es. “sedimenti / roccia” o “sedimenti / aria”) generando di conseguenza:
1. altri tipi di onde superficiali, come quelle di Love, particolarmente distruttive in quanto oscillano trasversalmente rispetto alla direzione di propagazione dell’onda;
2. sommandosi alle onde già presenti e amplificando gli effetti sugli edifici”.
“Ultimi effetti che si manifestano nell’area sono i cosiddetti effetti amplificativi dovuti essenzialmente alla morfologia dell’area. Se un area è impostata su un crinale (come ad esempio Impruneta), la morfologia permette ai fronti delle varie onde sismiche di convergere nella zona sommitale e/o zona di cresta, sommandosi ed amplificando gli effetti sugli edifici”.