Ieri, giovedì 2 Giugno, è stata celebrata la settima edizione della Giornata Mondiale sui Disturbi del comportamento alimentare, la cui lotta è simboleggiata dal fiocco lilla.
Questa giornata è promossa ogni anno con l’intento di sensibilizzare questi disturbi ma anche informare le persone, compresi i medici, sui nuovi sviluppi delle ricerche.
Si tratta di patologie troppo spesso sottovalutate e poco conosciute. Molte persone che ne soffrono non si rendono conto di soffrirne fin quando non gli viene diagnosticato.
I dati in Italia sono peggiorati soprattutto a seguito della pandemia. Vediamo quali sono.
I numeri dei disturbi alimentari in Italia
In Italia, le persone che soffrono di DCA (disturbi del comportamento alimentare) sono oltre 3 milioni, la maggior parte giovani.
Secondo i dati, la maggior parte a soffrirne sono donne con una percentuale di circa il 95,9%, mentre il restante sono uomini. Questi problemi rappresentano la seconda causa di morte per le adolescenti.
Sul sito del Ministero della Salute sono stati analizzati i dati delle schede di dimissioni ospedaliere dal 2014 al 2018, su 60 mila ricoveri complessivi per questi disturbi. Hanno scoperto che c’è stato un aumento costante nel tempo e che l’età media è passata da 25 a 23 anni.
Non sono solo adolescenti e giovani adulti a soffrirne ma anche i bambini. L’esordio può avvenire anche al di sotto dei 10 anni, e dai 10 ai 14,in particolare tra i maschi.
Il numero maggiore di casi tra le femmine, invece, avviene tra i 15 e i 19 anni.
L’anoressia nervosa è il disturbo che provoca il maggior numero di decessi con una percentuale di morti del 6% in un anno contro il 2% per bulimia e il 2% per altri disturbi alimentari.
Si tratta di dati molto gravi, l’incidenza dipende anche dalle Regioni. È stato riscontrato che i casi sono inferiori nelle Regioni che dispongono di strutture specializzate per la riabilitazione e prevenzione.
Le cause che possono essere legate alla maggior incidenza nelle femmine sono il passaggio tra adolescenza e età adulta con conseguenti cambi ormonali e fisici. Anche il notevole utilizzo dei social non aiuta. Secondo un’indagine dell’Osservatorio, i giovani tra i 13 e 18 anni passano circa dalle 7 alle 13 ore ogni giorno su internet.
La facilità di imbattersi su contenuti che promuovono l’anoressia è molto alta, esistono gruppi creati appositamente su Telegram e Whatsapp.