Concorsi pubblici, i giovani rinunciano al posto fisso: ecco perché

Il posto fisso garantito dall’impiego statale non attira più come una volta. I giovani preferiscono il privato, in grado di offrirgli maggiori vantaggi. Tra centinaia dei vincitori dei concorsi, molti hanno deciso di rinunciare.

Secondo un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, a parlare di questo problema è stato Enrico Giovannini. Quest’ultimo afferma che le recenti assunzioni sono andate a vuoto in particolare al Nord: 320 persone hanno rinunciato. Il motivo sarebbe il trasferimento, molti di loro che vivono al Sud sarebbero dovuti andare a vivere al Nord.

Il disagio è provocato dai bassi stipendi e dall’elevato costo della vita presente in particolare nell’Italia settentrionale.

Il costo degli affitti è elevato e gli stipendi troppo bassi

Le due principali città dove vengono assegnati i posti ai neoassunti sono Roma e Milano. Il costo della vita qui è insostenibile soprattutto per quanto riguarda gli affitti.

A Milano in media un monolocale costa 1000 euro, un bilocale 1300 e una stanza singola 600 euro. A Roma i prezzi sono leggermente più bassi ma comunque elevati: 900 euro un monolocale, 1300 o un po’ meno per un bilocale e 580 per una stanza. Costi veramente poco accessibili per due città importanti per il lavoro ma dai prezzi esagerati.

Sempre il Fatto Quotidiano riporta la testimonianza di un giovane siciliano che ha deciso di licenziarsi dopo tre settimane di servizio a Roma. Il primo giorno di lavoro gli era stato riferito da un altro dipendente del Ministero delle Economie e Finanze, che fosse impossibile ottenere il trasferimento. Dopo 20 anni di lavoro non ci è mai riuscito, incluso ottenere un avanzamento di carriera.

Il giovane siciliano, nonostante fosse iper qualificato con una laurea in giurisprudenza e un dottorato, ha deciso di tornare a casa, lavorare part-time e partecipare ad altri concorsi. Racconta che durante il suo servizio ha notato una notevole carenza di computer e di formazione. All’inizio della sua nuova vita a Roma ha preso un monolocale su Airbnb per poi cercare di trovare altro. Non passò molto quando capì che con uno stipendio di 1700 euro si fa fatica a vivere nella Capitale.

Bisogna ricordare che questa cifra si riferisce al Ministero dell’Economia, negli altri gli stipendi sono anche inferiori.

Per sostituire i posti mancanti, la soluzione è scorrere la graduatoria. Ad esempio per quanto riguarda la Ripam, hanno dovuto scorrere di 574 unità. Un numero molto elevato che dimostra quante persone effettivamente rinuncino a questi impieghi.

La cattiva gestione del concorso frena i giovani

Molti dei partecipanti lamentano delle modalità di gestione del concorso dove non sarebbero stati del tutto chiari circa il luogo in cui avrebbero dovuto lavorare.

Alcuni tra i presenti hanno raccontato che prima di poter scegliere la sede in cui si preferiva lavorare dovevano scegliere il ministero. Le sedi disponibili però sono state pubblicate dopo la scelta del ministero da parte di quelli che avevano vinto. Questo ha causato trasferimenti a migliaia di chilometri senza possibilità di modificare le scelte.

Molti giovani talentuosi che vivono al Sud preferiscono rimanere lì e rinunciare per vivere una vita dignitosa a costi inferiori e trovare qualcosa di più stabile. La necessità di aumentare i salari è evidente se si vogliono trovare candidati qualificati e che non preferiscano altri tipi di contratti.