Melilla, migrante 16enne mostra i segni delle terribili torture subite in Libia – ecco cos’ha raccontato

Sami, un giovane migrante 16enne arrivato a Melilla, ha mostrato le terribili ferite che documentano le violenze subite nel suo viaggio per l’Europa. La città di Melilla è una città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco. La sua speranza è proprio quella di raggiungere lo stato europeo.

Si tratta di una vera e propria “mappa delle violenze” avvenute nei vari posti in cui è stato. Alcune sono state inferte intenzionalmente mentre altre sono una conseguenza del suo viaggio alla ricerca della libertà.

Grazie a un video registrato, Sami ha mostrato al mondo cosa comporta fare un viaggio del genere e dei pericoli a cui si vanno incontro.

Il ragazzo ha spiegato che le bruciature sulla pancia e le cicatrici sulla schiena sono state causate dalle lunghe torture subite in Libia. La ferita sulla gamba, invece, se l’è procurata cercando di entrare nell’enclave spagnola di Ceuta, in Nord Africa.

Il numero di vittime in Marocco

Le autorità del Marocco sostengono che il numero di migranti morti sia di 23 persone. Le organizzazioni non governative non sono dello stesso parere, infatti, sostengono che il numero sia più elevato con 37 vittime e circa 300 feriti.

Nel video si vedono non solo il 16enne ma anche altri compagni feriti, con fasciature sulle mani e polsi o ferite aperte coperte da garze mediche.

Nonostante il lungo viaggio, le torture e la fuga dalla morte, Sami e i suoi compagni Abdelà, Mohamed e Moussa sono riusciti a sopravvivere. Ora cercano un aiuto da parte di Rabat.

Il giovane ragazzo ha spiegato a una troupe di giornalisti dell’emittente Efe: “Vogliamo entrare in Spagna perché cerchiamo la pace. Non siamo trafficanti di organi siamo migranti” e ha concluso dicendo: ” In Libia mi hanno arrestato e sono stato in prigione per più di 4 mesi. Mi hanno torturato. Guardate le mie ferite”.

Sono atti disumani quelli riportati dal 16enne e da tutte le persone che scappano dal loro Paese a causa di guerre e povertà.