Chi sarà il nuovo Premier? Dopo l’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, chi sarà chiamato a “rappresentare” gli italiani a Palazzo Chigi?

I partiti politici stanno sondando terreno per eventuali coalizioni e le discussioni per la premiership non mancano.

Le coalizioni:

Il centro-destra

La possibile coalizione di centro-destra formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sembra essere in vantaggio per le elezioni del 25 settembre, ma non mancano alcune frizioni interneGiorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha tuonato: «Senza accordo sulla premiership l’alleanza per governare insieme è inutile». Non sembra dello stesso parere Matteo Salvini il quale ha dichiarato: «Chi ha un voto in più indica il Premier». Sullo  sfondo rimane sempre la figura Silvio Berlusconi.

Il centro-sinistra

In questo clima di incertezza all’interno della coalizione di centro-destra potrebbero inserirsi partiti del centro-sinistra, i quali si stanno affrettando a delineare le alleanze con cui affrontare  le elezioni anticipate del 25 settembre, indette dopo la conferma delle dimissioni di Mario Draghi.

Il Partito Democratico si è posto al centro dei negoziati, tuttavia, è ben lontano dall’essere una maggioranza, quindi sarà essenziale ricreare una coalizione in grado di proporsi come alternativa concreta alla possibile alleanza di centro-destra.

Il segretario del PD, Enrico Letta, sta richiamando le forze alleabili: «Questa lista aperta ed espansiva sia il cuore del nostro progetto; il punto di riferimento di una Italia democratica e progressista». Il segretario non rinnega neanche il lavoro fatto con il Movimento 5 Stelle, affermando che: «senza il loro appoggio non ci sarebbe stato il governo Draghi». Letta ha aggiunto che il 25 settembre: «Il pareggio non è contemplato. O vince l’Europa comunitaria o quella dei nazionalismi». L’attuale segretario del PD si è detto disposto ad assumere il «ruolo di front runner, se serve».

Le parole di Calenda

Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha dichiarato: «Noi pensiamo ad un governo Draghi bis con una forte componente riformista e ci candidiamo a far questo, ma un Paese non si può fermare solo ad una persona, per cui se domani Draghi dicesse che non è disponibile allora mi candiderei io. Spiegheremo come intendo governare questo paese“.

Calenda ha aggiunto: «Parleremo con tutti, ma ci ricorderemo di chi ha fatto cadere il Governo Draghi rischiando di dare il paese ad una destra sovranista. Credo si debba parlare con tutti senza annacquare la propria identità. Chi ci vota sa che non faremo accordi con i cinque stelle. Noi parliamo con tutti ma non faremo alleanze con tutti».

Una situazione a due mesi dalle urne che appare complicata ed intricata. Saranno 60 giorni caldissimi. In tutti i sensi.