Si è tenuto mercoledì 15 marzo dalle ore 15 l’atteso question time del presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Durante queste ore la premier risponderà alle domande presentate da alcuni deputati.
È il suo primo question time da premier ed è anche stato il primo confronto con la neo segretaria del Pd Elly Schlein. Attesissimo era il confronto tra le due donne e lo scontro è avvenuto alle ore 16, la leader del Pd ha interrogato la Meloni sulla posizione del governo sul salario minimo legale e su altre questioni riguardo il lavoro.
La seduta è stata trasmessa in diretta da Montecitorio e oltre al confronto con la Schlein la Meloni è stata chiamata a rispondere anche a domande riguardo il naufragio del 10 marzo al largo delle coste della Libia e l’uso delle centrali nucleari da fissione, tema caro al partito dei Verdi.
Luigi Marattin ha presentato un’interrogazione sulla ratifica del trattato istitutivo del Mes mentre il collega di partito Tommaso Foti ha chiesto a Giorgia Meloni quali sono le iniziative che il governo intende adottare a favore della filiera dell’automotive nel processo di transizione ecologica imposta dall’UE.
Tra i temi che sono stati toccati si elencano poi il contrasto all’attività del traffico di migranti e temi di materia fiscale come la riduzione delle tasse per imprese e contribuenti.
Il faccia a faccia tra Meloni e Schlein
È avvenuto alle ore 16 il primo e attesissimo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la nuova segretaria del Pd Elly Schlein.
“Signora presidente c’è un dramma di questo paese di cui non vi sentiamo parlare mai: è la precarietà e il lavoro povero, che colpiscono ancora più duramente le donne e i giovani, in particolare al sud, del nostro paese. […] Occorre fissare per legge un salario minimo perché sotto una certa soglia non si può chiamare nemmeno chiamare lavoro, è sfruttamento”.
Così ha esordito Elly Schlein nel question time chiedendo alla Meloni di agire per garantire un salario minimo dignitoso ai lavoratori italiani e un congedo paritario.
La segretaria del Pd sottolinea il fatto che il suo partito avesse presentato in precedenza una proposta sul salario minimo, così come tutte le altre opposizioni, ma che tutte le proposte e mozioni fossero state respinte dal governo.
Ci tiene inoltre a segnalare il nesso tra crisi della natalità, tema particolarmente caro alla Meloni, e precarietà delle donne. Elly Schlein chiede quindi alla Meloni: “Perché non approviamo subito un congedo paritario pienamente retribuito e non trasferibile di almeno 3 mesi?”
La Meloni ammette che in Italia quello del salario minimo è un problema attuale e serio, ma sottolinea anche che negli anni passati, quando in Italia governava il Pd, la quota di PIL destinata a salari e stipendi è stata diminuita di più che nel resto degli altri stati industrializzati.
Il presidente del Consiglio dichiara che il governo si sta impegnando per andare incontro ai lavoratori e che l’obiettivo finale sarà quello di aumentare i salari e garantire retribuzioni dignitose.
Aggiunge inoltre che le risorse a disposizione del governo sono limitate e secondo la Meloni nella situazione odierna la soluzione migliore non sarebbe quella di fissare un salario minimo legale, che secondo lei potrebbe diventare un parametro sostitutivo delle tutele garantite ai lavoratori invece che un parametro aggiuntivo. Secondo il premier sarebbe “molto più efficace estendere la contrattazione collettiva anche nei settori nei quali non è prevista, tagliare le tasse sul lavoro […] e combattere le discriminazioni e le irregolarità”.