Siamo in Turchia, nel sito archeologico di Sagalassos nel Sud-Ovest del paese.
Un gruppo di ricerca, in data 14 marzo 2023, ha aperto una tomba chiusa da circa 2.000 anni e nella cui porta erano stati posizionati degli inserti a suggerire che gli uomini del tempo avevano il timore che la creatura rinchiusa al suo interno potesse uscire.
Gli studi a tal proposito sono stati pubblicati dell’autore Johan Claeys nel giornale Antiquity, il quale ha dichiarato: “In questo specifico contesto, i resti umani cremati non sono stati recuperati ma sepolti in situ (locuzione latina che significa ‘sul luogo’), circondati da una moltitudine di chiodi intenzionalmente piegati, e accuratamente sigillati sotto uno strato di piastrelle e uno strato di calce.” E aggiunge: “Per ciascuna di queste pratiche, paragoni testuali e archeologici possono essere trovati altrove nel mondo antico del Mediterraneo, suggerendo universalmente che erano presenti credenze magiche“.
Riti magici dell’antichità
I ricercatori, una volta aperta la tomba che si pensa sia datata intorno al 100-150 A.D (anno Domini), hanno trovato 41 chiodi piegati incastonati intorno ai resti cremati del corpo presente nella tomba.
Il significato che si cela dietro a questa inusuale pratica rimanda alla concezione secondo cui lo spirito del corpo deceduto avrebbe potuto tormentare le persone responsabili della sua sepoltura.
Johan Claeys, archeologo della Catholic University Leuven in Belgio, ha raccontato nel programma Live Science: “la sepoltura è stata chiusa non con uno, non con due, ma con tre modi diversi che possono essere intesi come tentativi di proteggere i vivi dai morti – o viceversa. (…) La combinazione di chiodi e mattoni progettati per contenere i morti con l‘effetto sigillante della calce implica fortemente la paura dei cosiddetti morti irrequieti. Indipendentemente dal fatto che la causa della morte sia stata traumatica, misteriosa o potenzialmente il risultato di una malattia o di una punizione contagiosa, sembra che abbia lasciato al morto l’intenzione di vendicarsi e di conseguenza la paura vivente del ritorno del defunto.”
Questa maniera non convenzionale di sepoltura dei propri cari ad opera dei familiari è stata ritrovata in numerosi siti archeologici lungo le coste del Mediterraneo ad indicare che le credenze religiose/mistiche ad essa connesse fossero dei valori condivisi da numerose popolazioni viventi nel suddetto periodo storico.
Gli antichi romani infatti temevano i cosiddetti morti irrequieti più di ogni altra cosa, ed erano dunque portati a concedere loro una sepoltura quanto più protetta e sentita possibile che potesse permettergli una serena vita post-mortem.