Cresce in Italia la richiesta di tamponi per lo Streptococco.
Le motivazioni sono l’aumento dei contagi da Streptococco A e i sintomi influenzali diffusi che possono destare un sospetto.
In diverse zone d’Italia e in particolare a Roma, sono tanti i bambini e gli adolescenti assenti da scuola. Altrettanti sono i genitori in fila in farmacia per chiedere un tampone per lo Streptococco.
Anche in Sicilia nei giorni scorsi il sindaco di Raffadali ha disposto la chiusura delle scuole in seguito al contatto di alcune classi della media Galilei con altri ragazzi, di alcuni paesi vicini, che hanno contratto un’infezione da Streptococco collegata al ceppo A.
L’aumento dei casi sembrerebbe legato alla pandemia, come già si è osservato per altre infezioni in precedenza. “Anche questa crescita, come è accaduto per l’influenza, è un effetto post Covid.” A dirlo è la specialista Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria all’Università di Parma e responsabile al Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria.
“Dopo due anni di Covid, durante i quali le malattie infettive in età pediatriche hanno presentato un rilevante calo – evidenzia la specialista – con la ripresa della nuova normalità abbiamo visto un aumento di tutte le infezioni […] da gennaio abbiamo avuto l’elevato numero di casi da Streptococco del gruppo A”.
I sintomi e i rischi dello Streptococco A
Gli streptococchi sono microrganismi della specie dei cocchi Gram positivi. Si dividono in due gruppi, A e B, differenti sia per struttura che per patogenesi. I germi appartenenti alla categoria A sono presenti sulla pelle e nelle vie aeree. Invece i patogeni della classe B si trovano nel retto e nelle vie genito-urinarie.
Il microrganismo facente parte gruppo A è responsabile nella maggior parte dei casi di infezioni con sintomi di lieve entità. Una fra le più comuni è la faringite streptococcica che se non trattata in maniera adeguata potrebbe dar vita a complicanze anche gravi. Il batterio produce una notevole quantità di streptolisina, una tossina che distrugge i globuli rossi e che può portare addirittura al cosiddetto shock tossico.
Tra i sintomi della faringite, che si presentano tra i due e i cinque giorni dopo il contagio, si elencano mal di gola, dolore quando si deglutisce, tonsille gonfie, febbre e linfonodi del collo gonfi. In alcuni casi si può verificare anche mal di testa, dolore allo stomaco, nausea e vomito.
Oltre alla faringite streptococcica, lo Streptococco A può causare altri tipi di infezioni tra cui impetigine, otite media e scarlattina.
È importante quindi ricorrere subito alle cure adeguate dato che alcune infezioni, se ignorate, possono causare complicazioni anche gravi come la febbre reumatica, la fascite necrotizzante e la sindrome da shock tossico. In questo caso si parla di infezione da Streptococco A invasiva. Gli esperti del centro Humanitas spiegano che “è una condizione grave, a volte pericolosa per la vita in cui i batteri si sono disseminati nel corpo, ad esempio nel sangue, nei muscoli profondi, nel tessuto adiposo o nei polmoni”. Questo è dovuto alle ferite che causa l’infezione, che permettono ai batteri di penetrare in profondità nei tessuti.
È bene però non allarmarsi: se intercettata e curata nella giusta maniera, l’infezione da Streptococco A non presenta sintomi gravi, si cura con l’antibiotico e normalmente si risolve in una o due settimane.