Real Albergo Poveri

L’Albergo dei Poveri di Napoli è uno dei più grandi complessi architettonici d’Europa.

Lo stabilimento è stato costruito nel XIX secolo come luogo di accoglienza per i meno abbienti di tutto il regno. Oggi, dopo anni di abbandono e degrado, è stato rinnovato e riaperto al pubblico, offrendo servizi a scopo educativo e ospitando eventi culturali e mostre d’arte.

La struttura è dal 1981 parte del patrimonio del Comune di Napoli e dal 1999 è stata inserita nel progetto di recupero per conferire all’edificio una nuova dignità artistica e culturale.

Qual è la storia dell’Albergo dei Poveri?

La struttura dell’Albergo dei Poveri è stata progettata – dietro incarico di Carlo III – dall’architetto Ferdinando Fuga nel 1751 con l’obiettivo di fornire alloggio e assistenza per i bisognosi della città. L’edificio è costituito da numerose ali e cortili, con una superficie totale di circa 60.000 metri quadrati. Durante la sua storia, l’Albergo dei Poveri è stato utilizzato anche come carcere e come ospedale psichiatrico.

Il progetto però non venne portato a termine, per poi essere successivamente ripreso sotto commissione del nuovo re Ferdinando IV che conferì l’incarico all’architetto Francesco Maresca. 

Negli anni ’90, l’edificio è stato abbandonato e lasciato in uno stato di degrado, ma nel 2012 è stato avviato un progetto di rinnovamento e restauro dell’intera struttura. Dopo anni di lavori, l’Albergo dei Poveri è stato finalmente riaperto al pubblico nel 2018 grazie al progetto di riqualificazione sostenuto dalle autorità locali e dalle organizzazioni non governative, tra le quali l’associazione Rinascita Artistica del Mezzogiorno. La maggior parte delle persone ha accolto positivamente la riapertura che potrebbe fornire ai cittadini napoletani un centro di attrazione turistica pari al Louvre.

Grazie ai fondi in arrivo del PNRR (100 milioni di euro) per la struttura vengono proposti alcuni utilizzi legati al mondo della fruizione culturale, quali nuovo edificio per ospitare la Biblioteca Nazionale di Napoli oppure Sede dell’Archivio Storico Comunale. L’ipotesi più corroborata, tuttavia, è legata alla volontà di trasformare l’Albergo dei Poveri in un grande contenitore museale dedicato all’esposizione di alcuni tesori contenuti nei depositi di musei napoletani, a mo’ di un Louvre Napoletano.

L’idea prende spunto da alcune iniziative condotte a livello europeo – quale ad esempio quella del Depot Museum Boijmans von Beuningen di Rotterdam, ma anche del Louvre Conservation Centre di Liévin o del Museo Nazionale di Palazzo Venezia – dove alcuni edifici sono stati destinati a alla visione e fruizione più accessibile dei contenuti dei musei.

A tal proposito Dario Marco Lepore, presidente del movimento RAM (Rinascita Artistica del Meridione), ha dichiarato: “La nostra esigenza è quella di rendere visibili i capolavori di pittura, di scultura, di arti decorative, di ceramica: sono innumerevoli i tesori che non sono esposti e che spesso per qualità non sono affatto inferiori ai capolavori esposti. (…) Il progetto del Real Albergo dei Poveri non è semplicemente un’operazione di esposizione dei depositi. Nelle nostre intenzioni si tratterebbe di un vero e proprio museo universale, di taglio enciclopedico, costituito da varie sezioni messe a disposizione ai musei partecipanti e da loro curata come se si trattasse di un’altra ala”.

Potrebbe essere questa una scelta fondamentale per lo sviluppo culturale e turistico del capoluogo campano.