Ancora una polemica si abbatte contro il presidente del Senato Ignazio La Russa. Questa volta per le parole pronunciate in merito a uno degli episodi più noti della storia antifascista italiana.
È Giovedì 23 marzo 1944 quando, alle ore 10:00 del mattino, al ministero delle corporazioni le autorità fasciste si raccolgono per celebrare il 25esimo anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento. Ciò che però non sanno è che i partigiani hanno deciso di sfruttare tale adunata per tendere una trappola ai rivali, piazzando un carretto esplosivo al numero 20 di via Rasella che esploderà causando la morte di 26 soldati tedeschi.
In preda al panico, le forze nazifasciste si riverseranno contro le finestre del palazzo situato proprio in via Rasella e non trovando il colpevole inizieranno un’opera di rastrellamento per tutto il quartiere romano, mettendolo a ferro e fuoco.
Per indagare sulla vicenda viene chiamato Herbert Kappler, il comandante della Gestapo nella capitale italiana che sotto ordine del führer Adolf Hitler si incarica personalmente di mettere in atto una rappresaglia che ‘facesse tremare il mondo’. A tale opera venne dato il nome di Lista Kappler, una lista di persone da fucilare. Per ogni tedesco morto nell’attentato, 10 italiani dovevano andare incontro alla stessa sorte. La lista però arriverà a contare 335 uomini, tutti assassinati all’interno delle Cave Ardeatine, le quali passeranno alla storia come luogo di una delle pagine di storia più tragiche del nostro paese.
Ma arriviamo al Presidente La Russa…
In risposta alle critiche ricevute dalla Premier Giorgia Meloni dopo le sue dichiarazioni revisioniste in occasione della commemorazione della Strage delle Fosse Ardeatine, il presidente del Senato Ignazio La Russa non si è fatto mancare l’occasione di alimentare ancora di più la polemica.
“Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non” dichiara La Russa. E come se non bastasse aggiunge ” i partigiani rossi volevano il comunismo, non la libertà”.
E il web insorge.
Su twitter non mancano commenti di indignazione nei confronti di un’esponente così importante dello Stato italiano che proprio in nome della carica ricoperta dovrebbe conoscere l’eco delle sue parole.
La Russa ad ogni uscita ci ricorda il suo credo e il suo passato.
Per un Paese che ha subito per 20 anni la dittatura e le barbarie dei fascisti avere lui come Presidente del Senato di una Repubblica fondata sull’Antifascismo è una grandissima sconfitta storica e morale. pic.twitter.com/JDrLyxNkVK— Michele Bonatesta (@MicheleBonates3) March 31, 2023
E ancora:
#LaRussa non è ignorante. È in malafede. Vuole riscrivere la storia a suo piacimento. Di più: vuole delegittimare la Resistenza per riabilitare il fascismo. Questa è la verità. Che vergogna. https://t.co/8NO4IEzbM9
— Daniele Viotti (@danieleviotti) March 31, 2023
Ecco quindi un’altra uscita infelice di un Presidente del Senato che, a quanto pare, non è fino ad ora riuscito a ricoprire il ruolo a lui destinato: rappresentare il pensiero degli italiani.