europeismo in Italia

Fiducia nell’Europa?
I dati dell’Italia risultano ancora una volta in decrescita.
38% è il livello più basso
registrato negli ultimi anni, e tra la Guerra in Ucraina e il neo-eletto Governo Meloni non si hanno di certo prospettive più rosee.

Ma nonostante gli italiani dichiarino di avere sempre meno fiducia nei confronti della comunità sovranazionale, 7 su 10 affermano senza alcuna esitazione che non uscirebbero mai da quest’ultima. 

“Europeo per prudenza più che per appartenenza” dunque, ma vediamo perché.

Italiani, un popolo “Eurodistante”

Innanzitutto bisogna dire che già alla base della politica italiana – e dunque nello stesso panorama partitico – l’europeismo è un sentimento alquanto assente. Il massimo sostegno alla comunità è rappresentato dal Partito Democratico, al quale recentemente si è aggiunto il Terzo Polo. La destra invece, con il suo governo di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Lega di Matteo Salvini, ha da sempre dichiarato una chiara lontananza dall’Unione, posizione alla quale ultimamente si sono avvicinati anche gli elettori del Movimento 5 Stelle, i quali registrano un sensibile calo di “europeismo”.

Un’altra variabile significativa nell’analisi del sostegno europeo si può rilevare nell’appartenenza generazionale. Sono i giovani infatti i massimi paladini dell’apertura internazionale, le cui tematiche più a cuore – ambientalismo, emissioni CO2, allevamenti intensivi, economia verde – sono caratterizzate da un’ottica più ampia di quella solamente nazionale.

Ma al netto di tali fattori ci si interroga sul perché in questi anni si sia registrata una decrescita tanto significativa del sentimento europeista.

Secondo i dati dell’Eurobarometro standard risalenti all’estate dello scorso anno i cittadini, a seguito delle misure intraprese dall’UE immediatamente a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, avevano dichiarato un forte sostegno alle iniziative volte a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche e finanziarie di origine russa. L’indagine condotta a giugno e luglio 2022 infatti mostrava che il 65% degli europei si dichiara ottimista sul futuro dell’UE, un punteggio di 3 punti percentuali maggiore rispetto ai medesimi dati rilevati all’inizio dell’anno 2022, prima dell’invasione russa.

Nonostante ciò però le preoccupazioni a causa dell‘inflazione, gli innalzamenti dei prezzi e il peggioramento della percezione dell’economia non hanno aiutato a mantenere un rapporto stretto con la comunità. In aggiunta a questi fattori bisogna poi considerare che l’atteggiamento dell’attuale Governo italiano – presieduto dalla Premier Giorgia Meloni – nei confronti dell’Unione Europea appare tutt’altro che amichevole. Il suo partito di appartenenza in Europa infatti – gli Ecr, conservatori – è da sempre ben distante dalle idee di Bruxelles e Strasburgo. L’isolamento italiano però rischia di avere serie conseguenze sul piano delle decisioni economiche rilevanti – quali quelle del Pnrr, degli aiuti alle imprese e degli aiuti allo Stato  – che in questo periodo si stanno discutendo proprio nelle sedi comunitarie.

Rimane comunque l’evidenza che passare dal 65% di europeismo nel 2022 al 38% in meno di un anno rappresenti una possibile fonte di rischio per la società italiana.