Sono ormai note a tutti le azioni di vari attivisti ambientali che per aumentare l’attenzione verso il riscaldamento globale prendono di mira monumenti e opere d’arte in tutto il mondo.

Sono moltissime le opere d’arte sottoposte a veri e propri atti vandalici in tutto il mondo. Dalla zuppa rovesciata sul famosissimo quadro di Van Gogh I girasoli al recente episodio di due attivisti che hanno imbrattato con della vernice arancione la facciata di Palazzo Vecchio a Firenze.

Si ricordano tra le tante azioni degli attivisti anche la vernice nera versata nella Barcaccia, la fontana di piazza di Spagna e la vernice arancione che ha imbrattato la facciata del Senato a Roma, il cui ripristino è costato circa 40mila euro.

Anche se la causa è condivisa da molti e tutti sappiamo quanto sia importante prendersi cura del nostro pianeta, sono anche moltissime le persone che rimangono indignate davanti a tante opere d’arte e monumenti storici deturpati e rovinati dagli attivisti.

Molti condividono la causa degli attivisti ambientali e sono d’accordo sul fatto che i governi di tutto il mondo dovrebbero prestare più attenzione verso la causa del riscaldamento globale e sullo stato della Terra in generale. Nonostante ciò, sono numerose le persone che criticano il modo in cui gli attivisti agiscono per cercare di farsi ascoltare.

In merito a questa situazione che va ormai avanti da qualche anno, il governo ha proposto e approvato un disegno di legge che prevede dure misure per chi imbratta i beni culturali.

“Chi danneggia deve assumersi la responsabilità, anche patrimoniale”, ha detto il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

Il disegno di legge mira a limitare e combattere le azioni degli attivisti ambientali e porre fine a quella che ormai è diventata l’abitudine di deturpare opere d’arte e monumenti.

Cosa prevede il disegno di legge

La proposta del Cdm prevede sanzioni “in caso di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Secondo il ministro della cultura Sangiuliano chi danneggia deve pagare, in quanto questi atti di deturpamento dei beni culturali causano disagio e danni economici alla collettività.

A seconda della gravità le sanzioni per chi imbratta i beni culturali andranno da un minimo di 10mila euro a un massino di 60mila euro. Alle sanzioni amministrative verranno poi aggiunte quelle pensali per chi distrugge, disperde, deteriora o rende “in tutto o in parte inservibili o non fruibili i beni culturali”.

Sarà possibile pagare la multa in misura ridotta se si paga entro 30 giorni dalla notifica del verbale. La riduzione non verrà consentita se il destinatario della sanzione ne ha già fatto ricorso nei cinque anni precedenti.

Il denaro incassato dalle sanzioni verrà destinato al ministero della Cultura e verrà utilizzato per il ripristino dei beni.

Non mancano di certo le critiche da parte dell’opposizione, che considera “l’invenzione di nuovi reati come il rifugio degli incapaci”. Un’attivista di Ultima Generazione si dice invece contento delle nuove misure approvate e considera “molto incoraggiante vedere che la protesta inizia a sortire i suoi effetti: la disobbedienza civile sta funzionando, si sentono minacciati”.