Sempre più comuni italiani stanno ingaggiando rabdomanti per trovare fonti di acqua, in un tentativo di far fronte alla crescente crisi idrica. I rabdomanti, che ricevono compensi in denaro per la loro consulenza, possono guadagnare fino a 5.000 euro a sessione. Tuttavia, l’Ordine dei Geologi invita alla cautela, affermando che “non c’è pratica peggiore che si possa adottare. Ammesso che si trovi l’acqua, una consulenza di questo tipo è dannosa”.
Il fenomeno della rabdomanzia sembra in aumento in Italia, con tutorial su YouTube che raggiungono centinaia di migliaia di visualizzazioni. Sebbene i prezzi possano variare, in media la consulenza di un rabdomante costa tra i 500 e i 1.000 euro. Nonostante le critiche mosse dai detrattori della rabdomanzia, vi sono comuni che non riescono a trovare altre risorse e si affidano a questi professionisti. Ad esempio, il Comune di Bajardo (Imperia) ha chiamato il rabdomante Renato Labolani per trovare l’acqua dopo che tre fonti si erano prosciugate. Tuttavia, il presidente dell’Ordine dei Geologi del Veneto, Giorgio Giacchetti, ha sottolineato recentemente che “non c’è pratica peggiore che si possa adottare” e che “una consulenza di questo tipo non fornisce alcuna indicazione utile alla gestione del territorio, anzi è solo dannosa”.
Gli argomenti contro i rabdomanti sono diversi, ma il fenomeno sembra resistere alle critiche. Mentre i rabdomanti non riescono sempre a spiegare come riescono a individuare l’acqua, sembrano avere una buona percentuale di successo. Infatti, Carmelo Aricidiacono, un rabdomante di Catania, sostiene che “non contano il pendolo, la forcella di legno o le bacchette, sono le nostre mani che si muovono. Lo strumento è solo un indicatore”. Questa pratica è antichissima e sembrerebbe essere nata o in Cina o in Egitto. La sua nascita si attesta intorno al terzo millennio avanti cristo. Pertanto questa pratica millenaria è stata utilizzata dagli uomini nei secoli dei secoli per trovare l’acqua, e tutt’oggi viene utilizzata, nonostante non abbia alcun riscontro scientifico. Si basa sull’utilizzo di uno strumento di legno a forma di Y, da usare come amplificatore dei movimenti del corpo generati da supposte radiazioni emesse dall’oggetto ricercato.
I rabdomanti, spesso apprezzati per la loro efficacia nell’individuare l’acqua in determinati terreni, utilizzano la loro esperienza pratica per trovare le falde acquifere. A seconda della profondità a cui si scava, esiste una probabilità variabile di trovare acqua in questi terreni. Una volta individuato un terreno con acqua, sulla base di mappe geologiche e altre informazioni, non c’è modo di non trovarla. Per questo motivo, i rabdomanti sono spesso contattati da coloro che hanno bisogno di individuare il punto migliore per costruire un pozzo. In alcuni casi, i rabdomanti godono di una buona reputazione e ricevono persino riconoscimenti da parte di alcune autorità locali, come nel caso del comune di Bajardo. In definitiva, chi chiama un rabdomante cerca l’acqua, non le prove.
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