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Il ritorno dei gemelli Lupin: chi sono i due ladri che terrorizzano il nord e perché è così difficile incriminarli?

Sono tornati alla ribalta i “gemelli Lupin“, i noti ladri che da anni seminano il panico nel Nord-Est, in Piemonte, Lombardia e in alcune regioni del Centro Italia. Si tratta di Edmond ed Eduard Trushi, albanesi di 38 anni, inafferrabili come il celebre personaggio del fumetto. Con la loro tecnica del “foro nell’infisso” entrano nelle case delle vittime per svaligiarle. Il comando provinciale dei Carabinieri di Udine ha lanciato un appello a chiunque li avvisti di avvisare immediatamente il 112.

La caratteristica che li rende difficilmente incriminabili

Il motivo per cui i due fratelli sono così difficili da catturare è dovuto alla loro incredibile somiglianza. Infatti, hanno lo stesso taglio di capelli, gli stessi tatuaggi, la stessa corporatura e la stessa espressione facciale. Tutto ciò rende quasi impossibile attribuire loro il reato solo con il test del DNA. Grazie a questa caratteristica, sono stati assolti tre volte in passato. Nel 2014 i carabinieri intercettarono una Mercedes classe A a Porcia, che iniziò una fuga con inseguimento. Questa si concluse con l’abbandono dell’auto a Sacile e il conducente in fuga a piedi nei campi. L’auto risultò rubata a Ferrara nel 2012. Grazie all’analisi di volante, pomello del cambio e un mozzicone di sigaretta, i Ris trovarono un Dna corrispondente a quello di Eduard Trushi, già presente nella banca dati dell’Arma. Il trentenne, finito a processo per ricettazione, ne era uscito con una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. Il motivo era che i due, essendo gemelli omozigoti, hanno quasi del tutto lo stesso DNA ed è pertanto impossibile, se non ricorrendo ad esami ancora più approfonditi, verificare se il DNA in questione appartenesse a lui o al fratello.

Il modus operandi dei gemelli Lupin e i precedenti arresti

Secondo gli inquirenti, i gemelli agivano spesso nel Nord Italia, raggiungendo i luoghi dei furti con la loro Ford Mustang. Distinguibili solo dai tatuaggi, i due avevano messo a segno una “notte da record” con sette colpi in poche ore. A farne le spese le attività del piccolo comune di Rifreddo, nel cuneese. Nel 2014 erano stati fermati dai carabinieri, ma erano riusciti a picchiare i militari e a fuggire. Tuttavia, le tracce ematiche permisero agli investigatori di rintracciarli a inizio luglio dell’anno successivo, nella loro abitazione a Castiglione delle Stiviere, dove vennero rinvenuti 25mila euro, due auto di grossa cilindrata, due Rolex e monili e preziosi, per un valore di merce complessivo di 300mila euro. In precedenza, avevano ricevuto altre due condanne a Pordenone: la prima a 6 anni e 10 mesi e la seconda in appello a 5 anni e 5 mesi per 41 furti.

Le ulteriori condanne e l’appello per la cattura

Tuttavia, nel 2020 sono stati condannati a 2 anni e 2 mesi dal tribunale di Mantova grazie a tecniche accurate. Il tutto dopo aver ricevuto altre due condanne a Pordenone: la prima a 6 anni e 10 mesi e la seconda in appello a 5 anni e 5 mesi per 41 furti. Avevano anche ricevuto un provvedimento di espulsione dall’Italia. Nonostante ciò, sembra che i “gemelli Lupin” siano tornati in azione e il comando provinciale dei Carabinieri di Udine ha lanciato un nuovo appello per la loro cattura. Le forze di polizia della zona sono avvisate.

Leonardo Gianelli

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