Un forte partenariato con la Tunisia per bloccare i flussi migratori nel Mediterraneo, ma anche un’impulso all’adesione dei Paesi dei Balcani all’Unione europea. E un’attenzione (interamente italiana) verso i prossimi vertici della NATO. Non tanto per la posizione di Segretario Generale, ora che il mandato del norvegese Jens Stoltenberg, dopo due rinvii successivi, è giunto al termine. L’obiettivo della maggioranza sarebbe la guida del Comitato Militare dell’Alleanza Atlantica. Il nostro Paese, stando alle dichiarazioni del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, di rientro dal consiglio degli Affari Esteri a Bruxelles, punterà a un ruolo di comando per il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
L’identikit di Cavo Dragone
L’ammiraglio è un ufficiale di lunga esperienza nella Marina Militare italiana. Dopo essere entrato nell’Accademia navale nel 1976, ha svolto diversi incarichi a bordo di navi e ha frequentato scuole di volo negli Stati Uniti. Ha ricoperto posizioni di comando, tra cui il comando del Gruppo Aerei Imbarcati sulla portaeromobili “Garibaldi” e della portaerei stessa. È stato anche comandante dell’Aviazione Navale, Capo del Comando interforze per le operazioni delle Forze Speciali e Comandante dell’Accademia navale. Ha partecipato a importanti missioni e ha fatto parte di un collegio peritale in un caso giudiziario legato al naufragio della Costa Concordia. Nel 2016 ha assunto l’incarico di Comandante del comando operativo di vertice interforze, diventando il primo ufficiale generale non proveniente dall’esercito a ricoprire tale posizione. Nel 2019 è diventato Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, e nel 2021 è stato promosso al grado di ammiraglio e nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa.
La missione diplomatica di Tajani
La missione del capo del Ministero degli Affari Esteri è completa, infatti ieri è arrivato a Bruxelles per partecipare al Consiglio degli Affari Esteri. Durante esso ha avuto incontri bilaterali con la Presidentessa del Parlamento europeo Roberta Metsola e successivamente con i Ministri degli Esteri di Svezia e Spagna, Tobias Billström e José Manuel Albares. Attualmente questi ultimi ricoprono la presidenza di turno del Consiglio rispettivamente fino alla fine di giugno e da luglio. Al centro dei contatti, in particolare, vi è l’attività diplomatica con i partner internazionali per fermare le partenze verso i paesi di frontiera come l’Italia. Questo sarebbe un pilastro fondamentale, come ha sottolineato il Vicepremier, di una strategia globale che ha sia una dimensione interna all’UE che una proiezione esterna. Il Patto UE per la migrazione e l’asilo, che l’Europa intende approvare prima delle elezioni UE del giugno 2024, dovrà necessariamente tenerne conto. La Tunisia, che ha partecipato costantemente alle riunioni tra i Ministri degli Esteri dei paesi UE negli ultimi mesi, in cui il paese nordafricano ha rischiato l’instabilità politica, è un esempio di ciò.
Il vertice tra i ministri degli interni
Parallelamente, sempre ieri a Bruxelles, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avuto un incontro parallelo con i colleghi del cosiddetto “formato di Berlino” (tra cui Germania, Francia e Spagna). L’incontro era a proposito della dimensione interna della migrazione. Durante il confronto, il Capo del Ministero dell’Interno ha ribadito che nessuna riforma in materia può essere concordata a livello UE “senza il pieno consenso dei paesi mediterranei”, secondo fonti diplomatiche. Tuttavia, non solo migranti. Ieri, infatti. i Ministri degli Esteri hanno partecipato ad un pranzo di lavoro con i loro omologhi dei sei paesi balcanici candidati all’adesione all’UE. Hanno, in questa sede, discusso l’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che fatica ad essere approvato nei negoziati tra le capitali. “L’Italia non possiede F-16, quindi non può inviarne a Kiev”, ha sottolineato Tajani riguardo all’impegno del G7. Ha anche affermato che “le decisioni di natura militare devono essere prese congiuntamente da NATO e UE.