Clamoroso in Austria: ecco come verrà “riciclata” la casa natale di Hitler

La casa natale di Adolf Hitler, situata a Braunau am Inn, una città al confine tra Austria e Germania, è da tempo oggetto di controversia per le autorità austriache. In molti desideravano che questo edificio venisse demolito. Altri auspicavano che divenisse una casa museo in ricordo di una pagina di storia che, per quanto scura, rimane tale, e va pertanto ricordata. Tuttavia, sembra che una soluzione sia stata finalmente trovata per porre fine alle polemiche. Secondo quanto riportato dalla BBC, l’edificio sarà destinato alla formazione degli agenti della polizia austriaca in materia di diritti umani.

La conversione della casa

I lavori di riconversione della casa, previsti per l’autunno e completati entro il 2025, metteranno così a tacere le numerose critiche rivolte all’Austria negli ultimi anni. La dimora in questione, in cui la famiglia di Hitler ha vissuto solo per un breve periodo, è da tempo al centro di una disputa riguardante il suo futuro utilizzo. Alcuni sostengono la demolizione dell’edificio per evitare che possa rappresentare un punto di riferimento per i neonazisti. Altri, invece, temono che tale scelta significhi negare il passato del Paese.

La nuova anima dell’edificio

L’immobile, che in passato è stato utilizzato anche come centro per persone disabili, era stato gestito per un certo periodo dal governo austriaco. Ora diverrà pertanto un centro di formazione per la polizia austriaca. La particolarità è che sarà destinato a formare gli agenti sotto il delicato aspetto dei diritti umani. Evidente pertanto la volontà delle autorità austriache di fare dell’edificio un luogo simbolo dei diritti, in controtendenza con la figura del noto dittatore novecentesco. Curioso notare i diversi approcci rispetto a temi di questo tipo a seconda dei paesi. In Italia, come sappiamo, abbiamo un grosso problema con il ricordo del regime fascista. Questo problema esiste, come ben sappiamo, anche con il luoghi simboli di esso. Chissà come avrebbero agito le autorità italiane?

L’esproprio della struttura

A causa del rifiuto dell’ex proprietaria, Gerlinde Pommer, di ristrutturare l’edificio e di modificarne l’aspetto in modo che non fosse più associato al ricordo del dittatore, lo Stato austriaco aveva tentato nel 2016 di espropriarlo. Solo nel 2019, però, la Corte suprema ha chiuso definitivamente la questione respingendo il ricorso di Pommer contro l’indennizzo di 812 mila euro stabilito per l’esproprio, ritenuto insufficiente dalla donna. Oggi, finalmente, la dimora in stile Biedermeier potrà essere completamente separata dalla memoria del Führer. Nel frattempo, dal 1989, di fronte all’edificio è stata posta una stele che recita: “Per pace, libertà e democrazia. Mai più fascismo”. Questo monito rappresenta il ricordo di milioni di vittime del nazismo.