Dopo le richieste avanzate dall’Antitrust a Giugno dell’anno scorso circa misure contro il cosiddetto “operator attack“, sono stati oggi approvati in Senato due emendamenti al Disegno di legge Concorrenza per mettere fine a questa pratica.

“Tali condotte possono avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile, contribuendo a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali”, affermava lo scorso anno l’Autorità per la Concorrenza.

Più nello specifico l’operator attack è una tecnica commerciale messa in pratica da molti operatori telefonici che consiste nel fare offerte a prezzi stracciati a utenti provenienti da altri operatori concorrenti. Il problema nasce dal fatto che ciò che in apparenza sembra un semplice sconto al cliente si rivela un modo per strappare l’utente ad aziende rivali.

La pratica diventa inoltre aggressiva quando ad essere presa di mira è specificamente una determinata compagnia, offrendo servizi migliori o un ì’assistenza che l’altra compagnia non prevede.

Così gli utenti decidono di cambiare operatore al fine di usufruire di promozioni di telefonia mobile più vantaggiose.

I due emendamenti al Ddl  Concorrenza mirano quindi a regolamentare questa pratica selvaggia da un lato per tutelare il consumatore, dall’altro per assicurare il rispetto dei principi del libero mercato tra compagnie telefoniche, anche a costo di imporlo dall’alto.

I danni causati da questa pratica danneggiano in primis i consumatori.

Infatti per quanto il nuovo bacino di utenza ottenuto con l’operator attack usufruisca di offerte più vantaggiose, i clienti storici non hanno alcuna possibilità di accedere a tali sconti o promozioni.

La misura mira anche a tutelare le compagnie telefoniche più piccole, costrette molto spesso a scomparire a causa della perdite di entrate determinate dalla sottrazione dei clienti della compagnia più forte sul mercato.

Inoltre tra gli obiettivi della manovra vi è anche quello di garantire prezzi uniformi per tutti i clienti, indipendentemente dall’operatore di provenienza.

Quali saranno le conseguenze sul mercato?

Se è vero che si genererebbe un mercato più equo, dall’altro lato la prima ripercussione sarebbe l’aumento dei prezzi con minori possibilità di sconto, anche se non è escluso che gli operatori trovino dei modi per aggirare la normativa.

Un’altra probabile ripercussione sarebbe la scomparsa di uno dei vantaggi più grandi in questo campo: il diritto di portabilità del numero.

Con questo si vuole intendere il diritto di passare da operatore a operatore mantenendo il proprio numero di telefono.

Vi sarebbe in tal caso un ritorno alla situazione di qualche decennio fa quando l’utente, per cambiare operatore, doveva cessare la propria linea con quello d’origine per poi poter richiedere un nuovo numero al nuovo gestore.

Tuttavia v’è da fare una precisazione, ossia tutto quello che abbiamo analizzato si innesta nel campo del probabile e non, o almeno non ancora, certo.

Il provvedimento infatti, per entrare in vigore, dovrà essere approvato dalla Camera e dal Senato e non è pertanto escluso che possa subire modifiche. Solo in caso di validazione dunque si avrà la definitiva cessazione di tale pratica.