L’Iran rivendica l’Antartide come sua proprietà: cosa significa?

Il comandante della Marina iraniana, Shahram Irani, ha dichiarato in una trasmissione televisiva lo scorso settembre che il regime teocratico iraniano detiene l’Antartide e che lì intende organizzare una vera e propria operazione militare: “Abbiamo diritti di proprietà al Polo Sud. Abbiamo intenzione di issare la nostra bandiera lì e svolgere attività militare e scientifica”.

Le intimidazioni nell’arena marittima dell’Iran stanno catturando sempre più l’attenzione mediatica, soprattutto quelle attuate in risposta al caso delle milizie appoggiate dall’Iran, colpevoli di aver ucciso tre soldati americani in Giordania lo scorso mese.

Anche se la tensione di carattere internazionale, derivante dal regime teocratico in Medio Oriente e in tutto il mondo, sta crescendo esponenzialmente, secondo alcuni osservatori veterani dell’Iran, l’amministrazione Biden ha stanziato 6 miliardi di dollari in alleggerimento delle sanzioni ai governanti di Teheran in relazione al massacro del 7 ottobre 2023 di Hamas di 1.200 persone. Hamas ha massacrato oltre 30 americani durante l’invasione di Israele.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, sanzionato dall’ex presidente Trump per il suo ruolo nei due massacri di dissidenti e manifestanti civili iraniani, ha biasimato le restrizioni dell’amministrazione Biden sull’uso dei 6 miliardi di dollari. Raisi ha provocato la Casa Bianca di Biden, dichiarando che il suo regime utilizzerà la massiccia infusione di denaro “ovunque ce ne sarà bisogno”.

L'Iran rivendica l'Antartide come sua proprietà.

Quale sarà la reazione alle provocazioni dell’Iran?

“No. I fondi iraniani detenuti in Qatar non possono essere utilizzati per alcuna attività in Antartide”, ha detto il portavoce. “Questi fondi possono essere utilizzati solo per acquistare beni umanitari, ovvero cibo, medicine, dispositivi medici e prodotti agricoli“. Questa è stata la risposta di un portavoce del Dipartimento di Stato americano a Fox News Digital, in merito alla possibilità per l’Iran di sfruttare i 6 miliardi di dollari americani di fondi iraniani, di recente scongelati e detenuti in Qatar, per creare una propria base in Antartide.

Secondo Yonah Jeremy Bob, autore di “Target Tehran”, nonché analista militare e di intelligence senior del Jerusalem Post, i piani futuri dell’Iran, per mirare a espandersi a livello militare nell’Antartico, non solo trasgredirebbero le convenzioni multilaterali sul caso, ma rimarcherebbero la pericolosità del regime in tutto il mondo.

Sia per mezzo del terrorismo sia per mezzo della sua minacciosa pratica piratesca nell’arena marittima, la Repubblica Islamica continua a confermare, infatti, perché rappresenta un pericolo per la pace mondiale e perché il ruolo di Israele e del Mossad nel trattenerla dall’uso delle armi nucleari è un aspetto cruciale.

Ogni volta che Teheran espande i suoi tentacoli in una nuova area per sconvolgere l’ordine basato su regole e promosso dall’Occidente, agli Stati Uniti e ai suoi alleati viene data un’ulteriore opportunità per prendere più seriamente la minaccia nucleare. L’Antartide potrebbe sembrare una minaccia lontana, ma se l’Occidente si comporta con la stessa mitezza con cui ha agito quando l’Iran ha recentemente cacciato gli ispettori delle armi nucleari, la Repubblica islamica si sentirà libera di agire come crede”, ha aggiunto Yonah Jeremy Bob.

Ma l’Iran può davvero rivendicare l’Antartide?

A dicembre 2023, la Repubblica islamica ha addirittura confermato di star costruendo missili da crociera “intelligenti” per il suo arsenale navale. Jennifer Dyer, comandante in pensione dell’intelligence navale statunitense ha chiarificato a Fox News Digital: “È un argomento arcano, ma la distanza tra la costa iraniana al di fuori del Golfo Persico e il lato dell’emisfero orientale dell’Antartide è breve. In teoria, l’Iran potrebbe rivendicare un interesse per l’Antartide simile a quello dell’India, dell’Australia, della Nuova Zelanda o del Cile (o quelli del Regno Unito e della Francia, del resto), con i loro avamposti insulari nell’emisfero meridionale”.

E ha continuato, affermando: “Posso dire che issare la bandiera al Polo Sud non ha alcuna implicazione nel diritto internazionale. Il Trattato sull’Antartide (entrato in vigore nel 1961) prevede una disposizione ad hoc, secondo cui nessuna azione di alcuna nazione dopo il 1961 può costituire la base di un rivendicazione territoriale sul continente.”