La nuova missione spaziale, portata avanti dalla Nasa, l’agenzia spaziale americana con base in Florida, è nota con il nome di Fission Surface Power Project ed è ritenuta una delle più grandi priorità del prossimo programma Artemis.
Attraverso questo progetto, l’energia di superficie della fissione potrebbe fornire energia abbondante e costante sulla Luna, a prescindere dalle condizioni dell’ambiente circostante, anche nelle parti permanentemente in ombra del satellite. Una delle conseguenze potrebbe essere quella di alimentare le notti lunari: una notte lunare equivale a 14 notti sulla Terra.
La Nasa ha appena concluso la fase iniziale del progetto, iniziato nel 2022, che potrebbe rivelarsi cruciale per dare le basi agli insediamenti umani futuri sulla superficie lunare e potrebbe, allo stesso tempo, permettere di esplorare destinazioni nello spazio.
Come si è sviluppato il progetto?
Questa fase prevedeva la firma di tre contratti da ben 5 milioni di dollari con partner commerciali per sviluppare progetti di reattori a fissione. La Nasa ha assegnato i contratti a Lockheed Martin, Westinghouse e IX.
Ciascun contratto scade nell’arco di un anno, durante il quale le tre aziende hanno tempo per sviluppare i loro progetti preliminari, che devono includere il reattore, la sua conversione di potenza, lo smaltimento del calore, la gestione dell’energia e i sistemi di distribuzione. Le società dovevano, inoltre, calcolare i costi e ideare un programma di sviluppo “che potesse aprire la strada alla presenza umana prolungata sulla superficie lunare per almeno 10 anni”, ha chiarito la Nasa sul suo sito web.
“Una dimostrazione di una fonte di energia nucleare sulla Luna è necessaria per dimostrare che si tratta di un’opzione sicura, pulita e affidabile. La notte lunare è impegnativa dal punto di vista tecnico, quindi avere una fonte di energia come questo reattore nucleare, che funziona indipendentemente dal Sole, è un’opzione abilitante per l’esplorazione a lungo termine e gli sforzi scientifici sulla Luna”, sostiene Trudy Kortes, direttrice del programma delle missioni di dimostrazione tecnologica presso il quartier generale della Nasa a Washington.
La Nasa ha specificato nel suo sito web che il reattore nucleare dovrebbe attestarsi al di sotto delle sei tonnellate ed essere in grado di produrre 40 kilowatt (kW) di energia elettrica, per assicurare energia sufficiente per “scopi dimostrativi e potenza aggiuntiva disponibile per il funzionamento di habitat lunari, rover, griglie di backup o esperimenti scientifici”. Per avere un’idea del peso dei kilowatt basta pensare che negli Stati Uniti, 40 kW possono, in media, procurare energia elettrica a ben 33 famiglie.