Chi è e cosa fa nella vita Silvia Salis, moglie di Fausto Brizzi?

Silvia Salis, genovese ma di origini sarde, nata nel 1985, è una ex dirigente sportiva delle “Fiamme Azzurre”, nonché ex martellista italiana. Nel 2020 è convolata a nozze con il regista, Fausto Brizzi, mentre dal 2021 è Vicepresidente vicario del CONI.

È stata inserita nella lista delle migliori atlete italiane specializzate nel lancio del martello: durante la sua carriera ha ottenuto ben 22 titoli italiani: 10 seniores (6 invernali + 4 assoluti), 3 universitari e 10 giovanili. Inoltre, ha partecipato a numerose edizioni delle Olimpiadi e di altri campionati esteri, prima di ritirarsi dall’attività agonistica per un infortunio nel 2016.

La coppia Salis-Brizzi ha figli?

Inoltre, nell’ottobre 2023 è diventata mamma di un maschietto, di nome Eugenio, stesso nome di suo padre. Il fatto sorprendente, però, è che il il primogenito di Silvia Salis e Fausto Brizzi è stato registrato all’anagrafe con il cognome della mamma. La coppia Salis-Brizzi è stata una delle prime a beneficiare di questa novità, da poco possibile anche in Italia, come è stato spiegato durante un’intervista al Fatto Quotidiano.

“La possibilità che, in presenza del riconoscimento paterno, venga utilizzato il cognome della madre è un cambiamento culturale epocale ed è passato incredibilmente inosservato”- hanno raccontato i futuri genitori.- “In una società che, in un passato remoto, etichettava come “bastardo” un bambino non riconosciuto dal padre e che, in un passato più recente, guardava con vergogna l’avere il cognome materno, perché risultato di un rifiuto o di un abbandono, questa notizia avrebbe meritato le prime pagine. Al contrario, crediamo che crescere un figlio da sola fosse da eroina soprattutto in un paese che non ti aiutava certo. E riteniamo inoltre che sia sempre stata una profonda ingiustizia il senso di rifiuto che hanno subito milioni di figlie femmine nella storia per non essere in grado di portare avanti il “cognome di famiglia” e il senso di impotenza di tante madri per non essere riuscite a concepire un erede maschio”.

Di chi è stata l’idea di dare il cognome della mamma al primogenito?

Per la coppia Brizzi-Salis è essenziale che alla possibilità di un cambiamento segua un cambiamento effettivo. “È importante dare un segnale, e con un neonato maschio” – hanno affermato il regista e la Vicepresidente del Coni. – “Abbiamo sentito che era il momento di farlo perché viviamo in un Paese dove ogni giorno le cronache ci raccontano di uomini che continuano a credere le donne e i figli una loro “proprietà” disponendone a loro piacimento. La pena è necessaria in questi casi, ma è di un cambiamento culturale che abbiamo bisogno. Un maschio che capisce fin da bambino che nella sua famiglia vige la parità assoluta, non diventerà uno degli uomini di cui sopra”.

Ad avere suggerito l’idea è stato il papà del piccolo Eugenio, ma quando loro lo raccontano -spiega Silvia Salis – le persone rimangono di stucco. “Sguardi strani anche da parte di alcune donne, e questo mi ha stupita; ogni scelta è legittima, ci mancherebbe, ma non credo che le parole, le abitudini o i modi di fare non abbiano un peso sulla realtà”.