Come scritto dal The Telegraph, un gruppo interpartitico, formato da parlamentari conservatori, laburisti e di appartenenti ad altri gruppi politici, ha firmato una lettera, i cui destinatari sono il ministro della Salute, Viktoria Atkins, e le autorità sanitarie britanniche. Attraverso ciò, si ha voluto evidenziare nuove preoccupazioni pubbliche e professionali per i casi di mortalità in eccesso, a partire dal 2020.
Quali sarebbero le cause degli eccessi di mortalità nel Regno Unito?
Come avvenuto nel Bel Paese, i politici hanno associato gli eccessi di mortalità dal 2020 in poi, alla frenata dei test diagnostici e dei servizi sanitari nella fase di emergenza sanitaria, ma i responsabili della lettera non sono stati accontentati: “Questi fattori da soli potrebbero non spiegare adeguatamente i pronunciati tassi di mortalità in eccesso nel periodo successivo al 2021”, si evince nella lettera, “in particolare tra le coorti di mezza età e più giovani (incluso uno scioccante aumento dell’8% della mortalità infantile nel 2023, secondo il BMJ).
Nello specifico, stando ai dati dell’Office for Health Improvement & Disparities, il Regno Unito ha rilevato un forte incremento di morti, relativi all’apparato cardiovascolare tra uomini e donne altrimenti sani che si verificano al di fuori degli ospedali e delle case di cura. Le domande su questo trend, ciononostante, sono state sempre “accolte da un relativo muro di silenzio da parte delle vostre organizzazioni e di altri funzionari della sanità pubblica”.
Cosa si propone di fare la lettera del gruppo interpartitico?
L’obiettivo della lettera è di incitare le autorità sanitarie nazionali a diffondere i dati che potrebbero permettere una comprensione più estesa e dettagliata. Quegli stessi dati che, a detta dei firmatari, sarebbero stati rivelati alle aziende farmaceutiche “per consentire loro di produrre rapporti di studi sulla sicurezza post-autorizzazione per i loro prodotti”, ma che al contrario sono stati rifiutati a medici professionisti indipendenti.
“C’è stata tuttavia una domanda persistente”, continua il testo, “sollevata ripetutamente da professionisti esperti ed eminenti accademici dal 2021, sulla misura in cui le vostre organizzazioni hanno indagato sulla possibilità di un nesso causale per spiegare l’apparente correlazione nel Regno Unito e altrove tra (a) implementazioni a livello di popolazione della tecnologia mRNA e (b) un marcato aumento di eventi critici correlati al sistema cardiovascolare, tra cui infarti e ictus, tra adulti e giovani altrimenti apparentemente sani”.
Siccome le autorità sanitarie britanniche in precedenza hanno già rifiutato questa pista, i firmatari del testo chiedono di indicare i dati che giustifichino tale dichiarazione: “Se tali dati esistono, si prega di condividerli; Se indagini approfondite hanno già escluso tale collegamento, si prega di condividere le relative segnalazioni. Qui non c’è posto per la fede cieca”.