La cantautrice siciliana, Levante, oltre a celebrare dieci anni di carriera artistica, ha deciso di condividere una parte delicata del suo passato alla rivista “Vanity Fair“, che per l’occasione le ha riservato la cover.
Durante suddetta intervista, caratterizzata da un’atmosfera piuttosto intima, Levante ha raccontata una storia risalente a dieci anni fa: “Sono stata con un uomo che non si è rassegnato al mio “non ti amo”. Mi ha ricattato, minacciava di divulgare video privati… Ho avuto paura, ho provato vergogna. Ma poi ho deciso di denunciare”.
Quando legge di un nuovo caso di femminicidio, stalking o di atti persecutori, non riesce a non provare empatia, ma, come ha detto lei, “Il tempo, la maturità e anche l’essere diventata madre della piccola Alma Futura mi hanno aiutata a elaborare, a non vergognarmi più di chi sono stata. A perdonarmi. E a voler uscire allo scoperto”.
Come si comportava l’ex fidanzato di Levante?
Dopodiché, Levante si è addentrata nei particolari: “Proprio una decina di anni fa mi sono infatuata di un uomo. Da subito è stato molto geloso. Mi controllava: “Dove sei? Perché non mi rispondi?”. Il più delle volte mi ero solo addormentata sul divano e non avevo sentito il cellulare. Eppure, in una sorta di meccanismo malato, dovevo giustificarmi con lui. Erano segnali, sia i suoi sia i miei. A ogni modo ho capito abbastanza in fretta che non ero innamorata e gliel’ho detto. Non potendomi più avere ha perso le staffe“.
Levante ribadisce che, per fortuna, non è “mai stata picchiata” dall’ex, ma che quest’ultimo ha provato a ricattarla: “Aveva dei nostri filmati, file privati. Mi chiamava in continuazione: “Sto male”, mi implorava, e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo. Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, che significa circa 30 ogni giorno. Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche… Io ero spaventata, ma forse non abbastanza, in quel momento. Non pensavo che arrivasse a farmi del male, temevo più per lui, come raccontava Giulia Cecchettin a sua sorella. A me, a differenza sua, è andata bene. Sono viva“.
Come ha reagito Levante?
“A un certo punto ho provato soprattutto vergogna, molta vergogna. Mi sentivo stupida: non sapevo come gestire la situazione che proseguiva da un paio di mesi. Fino a quando un amico avvocato mi ha consigliato di denunciare… Mi sono presentata nella prima questura con il malloppo di mail stampate – continua la cantante – C’era una donna carabiniere, fredda, che mi riempiva di domande: immagino che sia la prassi, però ero terribilmente a disagio, sono scoppiata a piangere. Mi ha indirizzata a un’altra questura. Lì, l’unica cosa che percepivo era il giudizio del carabiniere di turno, il suo minimizzare: “Signorina, deve stare attenta! Perché non è stata attenta? Se ne sentono di storie così”. Del resto il nostro è un mondo di maschi, che protegge i maschi. Alla fine hanno vietato a quella persona di avvicinarsi a me, per quanto possa valere”.
L’ex di Levante è tornato col passare degli anni, la cantante non gli ha mai risposto, ma ha scelto di perdonato: “Ogni tanto mi scrive ancora e mi chiede scusa. Ci ha tenuto a dirmi che gli hanno diagnosticato un disturbo bipolare e che ha iniziato un percorso di psicoterapia. Io non gli rispondo e allora cancella i messaggi. Mi auguro solo che questa intervista non lo spinga a contattarmi… L’ho perdonato. Ho capito di non averlo incontrato nell’amore, ma nel dolore. Il suo e il mio. Questa persona ha rivelato anche un mio grande problema e cioè l’attaccamento a un certo tipo di uomo: mio padre Rosario, che ho perso quando avevo nove anni. Per quanto l’abbia conosciuto e lo ricordi, non era violento, però era duro, severo, intransigente. Per diverso tempo sono stata affascinata da persone che gli somigliavano”.