Muhammed Bhar, ragazzo autistico di 24 anni, è stato attaccato e ferito a morte da un cane delle autorità israeliane.
Il 3 Luglio 2024 Muhammed Bhar, un ragazzo autistico con la sindrome di Down, è stato attaccato e ferito a morte da un cane dell’esercito di Israele durante una perquisizione. Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella casa della famiglia Bhar, distruggendo tutto ciò che ostacolava il loro passaggio e raggiungendo la camera del ragazzo, visibilmente sotto shock.
La madre, Nabila Ahmed Bhar, racconta che Muhammed possedeva le capacità cognitive di un bambino di circa un anno e doveva essere continuamente aiutato dai familiari per svolgere anche le più semplici mansioni quotidiane. La famiglia, dopo aver evacuato per ben 15 volte a causa dei continui attacchi e bombardamenti, aveva deciso di stabilirsi nella casa di Shejaiya in Nazaz Street. Il marito di Nabila era stato ucciso dall’esercito israeliano nel 2002 e la madre si era ritrovata completamente da sola a prendersi cura dei figli.
La ricostruzione degli eventi
Il 3 luglio le autorità israeliane hanno fatto irruzione nella casa della famiglia Bhar, accompagnati da un cane al guinzaglio, il quale si è scagliato brutalmente contro il ragazzo, azzannandolo al petto e poi alla mano. Muhammed, spaesato, non è stato in grado di reagire, balbettando frasi e parole sconnesse, tra cui «Hei, basta così tesoro», riferendosi all’animale. La madre ha tentato di spiegare agli uomini che il figlio fosse disabile e necessitasse di aiuto, tuttavia le guardie dell’esercito hanno sequestrato il giovane, dichiarando che se ne sarebbero occupati loro.
Per giorni, la famiglia ha pregato di vedere Muhammed, ma le autorità israeliani sono state irremovibili, sostenendo che avevano avvertito un medico militare per visitarlo e curarlo. I fratelli del ragazzo hanno tentato di irrompere nella stanza per verificare se stesse bene ma sono stati arrestati sul colpo e non sono ancora stati rilasciati.
Le guardie hanno esortato la famiglia ad abbandonare la casa e la madre ha cercato di mettersi in contatto con la Mezza Luna Rossa Palestinese (Palestine Red Crescent Society), un’organizzazione di croce rossa dello Stato della Palestina, affinché li aiutasse, ma senza successo.
Il ritrovamento del corpo
Solamente una settimana dopo, la famiglia ha ottenuto il permesso per potersi recare nuovamente nella loro casa di Shejaiya, dovendo fronteggiare la terrificante realtà: il ritrovamento del corpo del figlio defunto lasciato sul pavimento della stanza, in decomposizione e circondato da una pozza di sangue. Il ragazzo presentava un laccio emostatico su un braccio, tuttavia le sue ferite non erano state ricucite o curate in nessuna maniera.
La madre, in lacrime, ha raccontato l’accaduto alla BBC inglese, chiedendo giustizia per l’atroce morte del figlio, affermando che l’immagine della sua mano sanguinante e del suo viso affranto le rimarrà impressa nella memoria per l’eternità.