Proteste contro il sovraffollamento turistico, la nuova frontiera è “kill a tourist”: quali sono le zone più colpite?

Kill a tourist“: la dicitura sul muro a Maiorca è solo la punta dell’iceberg del tumulto scatenato contro l’affluenza turistica.

Le proteste anti-turisti, infervorate nelle ultime settimane soprattutto in Spagna, Venezia, Grecia, Canarie e Baleari, hanno raggiunto il culmine, sfociando in un brutale graffito, comparso su un muro a Maiorca, che recita “Kill a tourist” (Uccidi un turista).

La reazione delle autorità e i timori per il futuro del turismo

La sfera politica locale ha condannato aspramente il gesto vandalico, definendolo spregevole ed oltraggioso, e “totalmente ingiustificato”.
Il Partito Popolare del Paese ha rilasciato un comunicato, annunciato l’immediato intervento del Comune locale per rimuovere il graffito e prevenire che altri atti vandalici sulla stessa scia non si ripetano più. La tendenza, mirata a respingere i turisti, non rispecchia la volontà della maggior parte dei residenti locali: si tratta solamente di una ribellione ingiustificata da parte di una piccola porzione della popolazione.

Ciò nonostante, si teme una violenta escalation del fenomeno su scala globale nelle prossime settimane, soprattutto con l’avvicinarsi del mese di agosto e della festività di Ferragosto, durante la quale numerose famiglie progettano viaggi all’estero in villeggiatura nei posti marittimi più belli della zona.

Le autorità locali stanno attualmente operando per tentare di trovare una soluzione che soddisfi non solo gli spiriti infervorati dei locals ma anche quelli dei visitatori, applicando delle tasse ulteriori o impedendo l’edificazione e l’apertura di nuovi hotel e alberghi.

La situazione a livello europeo

Purtroppo, il fenomeno si sta diffondendo largamente in altre città, prima di tutto in Spagna e ad Atene, dove sono state scalfite sui muri scritte che riportano la frase “Tourists go home” (“Turisti, tornatevene a casa”).

Solo qualche tempo fa (6 luglio 2024) era stata proprio la città di Barcellona ad ospitare un corteo di protesta contro i turisti, dove la popolazione locale aveva marciato per la città, colpendo e bagnando i viaggiatori con pistole giocattolo ad acqua ed intimandoli a tornare nel proprio Paese. Il gesto era stato disapprovato dal Ministro del turismo spagnolo, il quale aveva condannato i manifestanti.

Tornando sul suolo italiano, anche Venezia ha recentemente adottato delle misure per combattere il sovraffollamento dei luoghi turistici, attraverso il pagamento di un biglietto di ingresso dedicato ai visitatori per accedere alla città e al centro storico.

Anche la Grecia si è mossa in direzione di norme anti-turisti, introducendo una tassa di soggiorno aggiuntiva tra 1 e i 4 euro a notte, applicabile durante l’alta stagione (da marzo ad ottobre).

Come si può osservare, tuttavia, è il suolo spagnolo che soffre maggiormente di questo fenomeno ingente, scatenando reazioni di rivolta soprattutto nelle Isole. Tenerife, una delle mete predilette delle Isole Canarie, è stata la protagonista di una manifestazione anti-turismo, finalizzata al blocco totale dell’affluenza sull’isola, servendosi di striscioni e banner che riportavano la scritta: “You enjoy, we suffer” (“Voi ve la spassate, noi soffriamo”). Più di 15 mila manifestanti hanno provocato subbugli e tensioni nella capitale, esigendo un intervento immediato da parte delle autorità locali.

Tutte queste iniziative mirano a scoraggiare l’arrivo di turisti nei luoghi di villeggiatura in questione, ma saranno efficaci? O essi si limiteranno semplicemente a pagare qualcosa in più, non rinunciando al proprio periodo di relax all’estero?