Sharon Verzeni e il metodo Yara: di che si tratta? Chi ha ucciso la donna?

L’omicidio di Sharon Verzeni pare ripercorrere le orme del caso di Yara Gambirasio, la tredicenne brutalmente uccisa a febbraio del 2011.

Del caso di Yara Gambirasio, la ragazzina tredicenne della provincia di Bergamo scomparsa nel novembre del 2010 e rinvenuta morta nel febbraio del 2011, se ne parla ancora in abbondanza tuttora. Probabilmente per la violenza, l’atrocità della vicenda e per la tenera età di Yara, ma anche per la gestione del caso stesso, il quale ha visto l’analisi sulla popolazione del luogo con il test del DNA a ben più di 22 mila cittadini.

Parallelismi con Sharon Verzeni: ricostruzione degli eventi

L’omicidio della ragazza ha delle preoccupanti somiglianze con un caso molto più fresco: si tratta infatti dell’assassinio di Sharon Verzeni, barista 33enne, avvenuto poco dopo la mezzanotte tra il 29 e il 30 luglio durante una passeggiata serale a Terno d’Isola (Bergamo).
Il “metodo Yara” si riscontra nell’operazione di raccolta del DNA che le autorità locali hanno effettuato partendo dai residenti in Via Castegnate, luogo del delitto, per poi espandersi alle zone limitrofe della città.

La polizia ha inoltre sequestrato il cellulare della vittima, assieme a tutti i suoi dispositivi elettronici, rinvenendo un’accesa attività (non si conosce ancora se di messaggi o chiamate) nei 50 minuti appena antecedenti alla sua morte per accoltellamento. Si sospetta che Sharon avesse in programma un ipotetico incontro con il suo assassino, le cui vere intenzioni ovviamente lei non conosceva.

La versione del marito e le testimonianze dei vicini

Il marito della barista, l’idraulico Sergio Ruocco, è stato escluso dalla lista dei sospettati per il suo alibi di ferro e grazie alle testimonianze dei vicini, che lo raffigurano come un individuo gentile, disponibile e che non sarebbe mai in grado di far male ad una mosca.

Inoltre, alcune clip riprese quella fatidica sera da due delle telecamere di sicurezza (una puntata sul davanti della casa e una sul retro) presenti nel complesso residenziale della coppia confermano l’innocenza del marito: Sharon si era allontanata da sola per la sua camminata serale, mentre Rocco non appare in nessuna delle due riprese, perciò si esclude la possibilità che abbia potuto sgattaiolare fuori casa furtivamente per seguire la moglie. L’idraulico è stato interrogato ed analizzato e non presentava nemmeno un graffio o un segno di colluttazione. La sua versione dei fatti (ha dichiarato che era a letto che dormiva) appare inconfutabile per il momento.

In aggiunta, pare proprio che l’uomo non avesse nessuna motivazione per compiere l’orribile atto: i due stavano per sposarsi e i vicini del complesso residenziale non hanno mai udito la coppia litigare animatamente o anche solo avere una piccola discussione tra le mura di casa.

Si attendono ulteriori aggiornamenti, nella speranza di arrivare a capo dell’ennesimo esempio di femminicidio in Italia per donare giustizia a Sharon e alla sua famiglia.