Cosa sappiamo del Piano Draghi? Quanti soldi servono all’UE per risorgere dalle sue ceneri?

Il Piano Draghi, il progetto presentato dall’ex Presidente del Consiglio a Bruxelles, riporta cifre esorbitanti per risanare l’UE.

Mario Draghi ha illustrato il suo rapporto sulla competitività (‘The Future of European Competitiveness’) alla Commissione Europea a Bruxelles, e le tre zone d’azione principali sono innovazione, energia e sicurezza. Analizziamolo nello specifico.

Difesa e sicurezza

Per quanto riguarda la sicurezza, l’obiettivo finale è quello di rafforzare ed aumentare i finanziamenti europei per la Ricerca e Sviluppo, nello specifico finalizzati alla difesa. L’ex premier ha elencato alcune iniziative comune per attuare ciò, come “nuovi programmi a duplice uso e una proposta di progetti europei di difesa di interesse comune per organizzare la necessaria cooperazione industriale”, poiché, in solitaria, “nessuno Stato membro può finanziare, sviluppare, produrre e sostenere efficacemente tutte le capacità e le infrastrutture necessarie per mantenere la leadership” nella situazione europea attuale.

Situazione economica ed innovazione in Europa

Inoltre, Draghi esorta alla collaborazione e alla cooperazione tra i paesi dell’Unione, alla luce delle cifre da capogiro del quadro economico in Europa. In particolare, la spaccatura di crescita tra gli USA e l’Unione Europea è lampante: si passa dal 15% nel 2002 al 30% nel 2023. Inoltre, il report afferma che la Cina riesca a trionfare sulla UE per ben 40% (contro al 25% nel 2002) delle quote settoriali totali.
A livello, tecnologico, solamente quattro aziende europee si piazzano nella classifica delle 50 società tecnologie mondiali a livello di impatto ed importanza. Un intervento di innovazione della produzione economica in ambito europeo appare fondamentale, per poter ‘risorgere’ dalle sue ceneri.

Debito comune

Secondo, l’ex premier, urge dunque una stima di “almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023″.
Difatti, affrontando il tema del debito comune, il rapporto dichiara che “l’Unione dovrebbe orientarsi verso l’emissione regolare di strumenti di debito comune per consentire progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri e contribuire all’integrazione dei mercati dei capitali”, suggerendo inoltre che “gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione la possibilità di aumentare le risorse a disposizione della Commissione rinviando il rimborso dei NGEU”. Draghi fa riferimento al Next Generation EU, un modello meglio conosciuto in Italia come Recovery Fund o Recovery Plan, il quale ha stanziato 750 miliardi di euro per soccorrere e sostenere i paesi membri più afflitti dalla pandemia di Covid-19.

Il suo discorso, all’insegna dell’armonia e di coordinamento di leggi e politiche, è stato presentato questa mattina (9 settembre 2024) alla presidente della Commissione Europea a Bruxelles, Ursula von der Leyen, la quale ha dichiarato che dovranno essere i singoli paesi della UE a stabile il proprio piano d’azione sulla scia di ciò che è stato avanzato. Su X, il Presidente del Ppe (Partito Popolare Europeo), Manfred Weber, ha pubblicato un messaggio, ribadendo che la riconquista e la riaffermazione della competitività in campo economico è, per l’Europa, un obiettivo fondamentale per il futuro.