Entro il 2050, i batteri resistenti agli antibiotici potrebbero falciare la vita di più di 39 milioni di persone a livello mondiale.
La rivista scientifica ‘The Lancet’ ha pubblicato un nuovo studio che illustra come alcuni microrganismi AMR (dotati cioè di resistenza agli antimicrobici ed antibiotici) entro il 2050 potrebbero diventare fatali per ben più di 39 milioni di persone nel mondo.
I punti salienti dello studio
Nello specifico, l’articolo afferma anche che, entro quel lasso di tempo, i patogeni immuni ai farmaci saranno associati a 169 milioni di decessi a livello globale. Inoltre, si stima che l’economia mondiale dovrà sborsare cifre attorno ai 100 miliardi di dollari per far fronte all’emergenza sanitaria.
Attualmente, l’AMR rappresenta una minaccia grave per gli individui più fragili della popolazione, in particolar modo per gli anziani. Dal 1990 al 2021, è stato registrato un aumento dell’80% dei decessi negli adulti di età superiore ai 70 anni. Inoltre, anche gli individui con più di 25 anni sono stati colpiti da un incremento della tendenza AMR.
Il GRAM (Global Research on Antimicrobial Resistance), associazione fondata nel 2017 tra l’Università di Oxford e l’Istituto per la metrica e la valutazione della salute (Institute for Health Metrics and Evaluation) dell’Università di Washington (IHME) allo scopo di monitorare la diffusione dei batteri AMR e trovare soluzioni alternative per contrastarli, ha raccolto ed esaminato alcuni campioni in un lasso di tempo di ben 30 anni, scoprendo che i paesi più colpiti entro il 2050 saranno l’America Latina, l’Asia Meridionale e i Caraibi.
La perdita di efficacia e la conseguente sopravvivenza e proliferazione dei batteri può rappresentare un problema grave a livello mondiale, a tal punto che nel 2019 l’OMS l’ha catalogata come una delle 10 minacce principale per la salute pubblica. Studi mostrano che circa il 70% delle infezioni degli agenti in questione sono da collegare a contagi associati all’assistenza sanitaria.
Prevenzione e potenziamento
Per prevenire un’ulteriore diffusione dei batteri AMR, è fondamentale non abusare di farmaci o di antibiotici prescritti. Il loro uso scorretto o prolungato può portare allo sviluppo dell’abilità di resistenza nei loro confronti da parte degli agenti patogeni.
Un esempio lampante è lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, batterio che ha sviluppato opposizione agli antibiotici beta-lattamici, tra cui le penicilline e le cefalosporine.
Il Consiglio Europeo ha ripreso il piano ‘One Health‘, presentato nel 2017, integrandolo con alcuni obiettivi per intensificare le misure di sicurezza. In particolare, il progetto prevede il miglioramento della formazione, istruzione ed informazioni generali a riguardo, il potenziamento della prevenzione e del controllo sanitario, la sorveglianza della resistenza antimicrobica, la promozione della ricerca e dello sviluppo per l’innovazione e l’accesso ad altre contromisure per combattere l’immunità batterica.