Silvio Gattarini, la ricerca per vivere (bene) fino ad oltre 90 anni

Il ricercatore Silvio Garattini, 95 anni, spiega come fare a vivere bene e in salute: qual è il suo segreto per una vita longeva?

Silvio Garattini, 96 anni il prossimo mese, è un celebre oncologo e farmacologo italiano, il quale ha rivelato il suo arcano per la longevità. Di che cosa si tratta nello specifico? Scopriamolo assieme.

L’importanza dell’attività fisica e dell’alimentazione

Non si tratta di un mistero custodito gelosamente, anzi è una routine piuttosto semplice: il ricercatore ha confessato al ‘Corriere della Sera che l’attività fisica sia la chiave per il successo. Garattini sostiene che bisognerebbe camminare almeno per 5 chilometri ogni giorno, restando costanti nel tempo. Anche l’andatura gioca un ruolo importante nel movimento fisico: essa deve essere abbastanza veloce da affaticare il corpo, aumentare il battito cardiaco e la respirazione. Tuttavia, è bene non esagerare ed afferma che il corretto equilibrio sia tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica a settimana.

Difatti, mantenersi in forma aiuta anche a prevenire e a combattere le malattie mentali, oltre a quelle fisiche, come il diabete e i tumori. Il ricercatore critica anche il sistema di gestione dello sport in Italia, affermando che manchi una vera e propria cultura allo sport e di conseguenza molti individui giovani siano in sovrappeso o addirittura in situazione di grave obesità. A tutto ciò si aggiunge la scarsità di spazi e strutture idonei che rispondano ai bisogni degli individui per praticare attività fisica.

Inoltre, una vita sana presuppone un’alimentazione equilibrata e varia, che prevede la consumazione di un po’ di tutto con moderazione. Citando i nostri antenati, Silvio afferma che “bisogna alzarsi da tavola con un po’ di fame. Le ricerche hanno mostrato che con una diminuzione del 30% di cibo, si vive il 20% in più. Mangiare poco è un fattore di longevità”.

Amor proprio e “sano egoismo”

Lavorare su noi stessi è fondamentale per Garattini. Un po’ di amor proprio e quello che lui definisce come “sano egoismo” sono pilastri necessari per stare bene con noi e, di conseguenza, anche con gli altri in società.

Il ricercatore si pone invece in atteggiamento critico nei confronti del “mercato della medicina“, nello specifico per frequente abuso di farmaci per trattare i pazienti: “Se consideriamo il colesterolo normale a 240, trattiamo solo chi supera questa soglia. Se invece abbassiamo il livello a 220, tratteremo più persone. Questa logica si applica a molti altri esempi, come l’ipertensione e la glicemia”.
Il punto chiave resta sempre una vita sana ed equilibrata, governata da salutari e costanti abitudini.