Dopo la morte del leader palestinese, chi salirà come prossimo successore ad Hamas? Scopriamo i papabili candidati
Yahya Sinwar, capo dell’organizzazione politica palestinese Hamas, è stato ucciso durante uno scontro a fuoco con Israele a Rafah, nel quartiere di Tel al-Sultan. E ora si pone un’importanza domanda: chi succederà a Yahya nella guida del popolo e del movimento?
I possibili candidati al potere
Le truppe israeliane hanno pubblicato un video di un drone che riprende Sinwar pochi istanti prima di morire. Il leader era stato l’ideatore degli attentati contro Israele del 7 ottobre. Il suo decesso è stato confermato dalle autorità, dopo aver esaminato il corpo ed effettuato l’autopsia, analizzando l’arcata dentale. Secondo i media, è in programma nei prossimi giorni una riunione dei capi di Hamas a Doha (Qatar), per eleggere il suo erede. Le opzioni paiono essere due: fondare un “consiglio direttivo” o una guida collegiale, presieduta da Muhammad Ismail Darwish, il capo del Consiglio della Shura di Hamas. Il periodico ‘Asharq News‘ ipotizza che, nella lista degli ipotetici successori, ci sia lo stesso Darwish, assieme al braccio destro di Sinwar, Khalil al-Hayya, oppure Mohammed Nasr o Husam Badran, membri dell’ufficio politico del movimento palestinese.
Tra i candidati, spunta anche lo stesso fratello di Sinwar, Mohammed, che già da qualche tempo è a capo della gestione dei militanti e Khaled Meshal, ex presidente dell’ufficio politico di Hamas fino al 2017. Altro potenziale erede sembra essere anche Mousa Abu Marzouk, politico palestinese che ha trascorso parecchio tempo negli Stati Uniti ed in carcere.
Il profilo di Sinwar e la resistenza di Hamas
Sinwar era salito al potere dopo che il predecessore Ismail Haniya era stato brutalmente assassinato a Teheran nella sua abitazione a causa da un ordigno esplosivo piazzato nella sua camera. Nonostante il brutto colpo all’associazione, Hamas continuerà a battersi per i suoi ideali, come spiega Mkhaimar Abusada, insegnante di scienze politiche presso l’Università di Al-Azhar a Gaza, attualmente impiegato alla Northwestern University negli USA, dichiarando al ‘Washington Post‘ che “Hamas, alla fine, si considera un movimento di liberazione nazionale, che sta combattendo contro l’occupazione israeliana. E se un leader muore, un altro riprenderà la lotta e la porterà avanti. Questo è ciò che accade da molti anni”.
Originario di Khan Yunis, l’ex leader in passato era stato arrestato parecchie volte e condannato a svariati ergastoli. Aveva riconquistato la sua libertà dopo ben 23 anni trascorsi tra le sbarre e aveva assunto un’importanza ingente per il movimento di Hamas. Si dichiarava estremista, volto allo scontro e alla guerra contro Israele.