Dazi su auto elettriche e brandy: cosa sono? Perché EU e Cina stanno dando vita a questa “guerra commerciale”?

Si intensificano le tensioni commerciali con i dazi anti-dumping sul brandy UE, risposta di Pechino ai dazi europei sulle auto elettriche.

Dal 15 novembre 2024, la Cina imporrà misure anti-dumping temporanee sul brandy importato dall’Unione Europea, segnando un’intensificazione delle tensioni commerciali tra le due potenze economiche. Questa mossa rappresenta una risposta diretta ai recenti dazi europei sulle auto elettriche cinesi.

Misure anti-dumping

Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato che, dopo un’indagine condotta sui brandy importati dall’UE, è stato riscontrato che i produttori europei di brandy stavano praticando dumping nel mercato cinese, causando “danni sostanziali all’industria nazionale“.

Secondo l’indagine, i produttori europei di brandy starebbero vendendo il loro prodotto in Cina a un prezzo inferiore rispetto al costo di produzione o al prezzo praticato nel mercato domestico europeo. Questa pratica causerebbe danni significativi all’industria cinese del brandy, rendendo difficile per i produttori locali competere con i prezzi artificialmente bassi dei prodotti importati. Quindi, le nuove misure richiederanno agli importatori di fornire depositi in contanti o lettere di garanzia alle dogane cinesi.

Contesto delle tensioni commerciali ed implicazioni globali

Questa escalation si verifica in un momento critico, con negoziati in corso tra UE e Cina per ridurre i dazi sulle auto elettriche. Infatti, L’UE aveva recentemente approvato dazi fino al 45% sulle auto elettriche provenienti dalla Cina, una mossa che nonostante tutto aveva riscontrato resistenza interna, in particolare dalla Germania.

Le tensioni però non si limitano all’asse Cina-UE. Pechino sta anche monitorando attentamente la politica commerciale degli Stati Uniti, dove Donald Trump avrebbe promesso nuove misure draconiane contro le esportazioni cinesi, inclusi dazi fino al 60% su una vasta gamma di prodotti. In risposta, la Cina sta cercando di rafforzare le relazioni con i suoi alleati tradizionali in Asia e in Europa.

Dominio cinese nella green economy

Nonostante le tensioni commerciali, la Cina continua a consolidare la sua leadership nella green economy, settore in cui ha ormai un controllo dominante. Difatti, nel 2023, la Cina ha prodotto il 70% dei veicoli elettrici a livello mondiale e il 90% dei pannelli solari, dominando anche nella produzione di batterie al litio e turbine eoliche. 

L’avanzata del “made in China” nel settore delle tecnologie verdi ha sollevato preoccupazioni in Europa e Nord America, che hanno adottato politiche protezionistiche. Come già accennato, L’UE ha imposto dazi fino al 45% sulle auto elettriche cinesi mentre gli Stati Uniti e il Canada hanno introdotto tariffe del 100%. Tuttavia, queste misure potrebbero non bastare a fermare l’ascesa della Cina, che ha sviluppato un approccio industriale unico.

Un aspetto fondamentale della politica industriale cinese è l’uso dei “cluster” che concentrano aziende dello stesso settore in specifiche aree geografiche. Questo metodo ha permesso lo sviluppo rapido di distretti industriali come quello di Lin-gang, vicino a Shanghai.

La Cina ha registrato un numero record di brevetti in tecnologie verdi e ha investito massicciamente nella transizione energetica, rappresentando il 38% della spesa globale in questo settore nel 2023.

Prospettive future

Le politiche protezionistiche occidentali potrebbero rivelarsi inefficaci di fronte all’approccio cinese che integra innovazione, produzione massiva e politiche statali di sostegno. Altri paesi potrebbero dover adattare le proprie strategie, sviluppando cluster industriali e investendo in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività.

Mentre la “guerra commerciale” si intensifica, la Cina sta sfruttando la sua superiorità industriale nelle tecnologie verdi per rafforzare la propria posizione economica globale. L’Europa e gli Stati Uniti potrebbero dover rivedere le proprie strategie, puntando a politiche industriali più aggressive e mirate per competere efficacemente con il modello cinese. La situazione rimane fluida, con negoziati in corso e la possibilità di ulteriori sviluppi nelle prossime settimane