Sciopero delle pastaie a Bari Vecchia: le orecchiette non sono davvero fatte a mano?

Le pastaie di Bari Vecchia hanno protestato contro le accuse di vendita di orecchiette industriali e chiedono una soluzione al comune.
Nelle mattinate di sabato 16 e domenica 17 Novembre una disputa ha animato via Arco Basso, una strada simbolo di Bari Vecchia, famosa per le pastaie che da anni producono e vendono una orecchiette fatte a mano e direttamente in strada.
Durante il weekend, alcune di loro hanno scelto di protestare, non esponendo loro prodotti o scegliendo di non preparare le orecchiette in pubblico, come invece avviene solitamente per attirare turisti e visitatori. Tuttavia, non tutte hanno aderito alla protesta, generando dissapori tra le stesse lavoratrici.

L’origine della protesta: il caso delle orecchiette “industriali”

La protesta è nata in seguito a un video diffuso da un turista, che sosteneva di aver acquistato orecchiette industriali presentate come artigianali. Questo episodio ha scatenato un’ondata di interesse mediatico e l’intervento delle forze dell’ordine, con controlli volti a verificare la veridicità di tali accuse.

Secondo le pastaie, le orecchiette segnalate come industriali sarebbero invece artigianali, ma essiccate per essere trasportate dai turisti senza rischi di deterioramento. La questione, però, resta complicata, poiché l’attività delle pastaie si svolge in un limbo normativo, non esistendo infatti regolamenti specifici né forme di supervisione ufficiale.

Mi manda Rai Tre e le condizioni igieniche sotto esame

Ad alimentare ulteriormente il dibattito è stato un servizio della trasmissione televisiva Mi manda Rai Tre, che ha messo in luce condizioni igieniche precarie in uno dei cosiddetti home restaurant, ossia ristoranti improvvisati all’interno delle abitazioni.

Il servizio ha mostrato scene in cui le orecchiette venivano preparate vicino a muri con intonaco sgretolato e in prossimità di abiti e scarpe. Sebbene questa attività sia distinta dalla vendita di orecchiette in strada, il programma ha sollevato preoccupazioni generali sulle modalità di produzione e sulle condizioni igieniche, attirando l’attenzione della polizia annonaria, che ha avviato un’indagine. Non è ancora chiaro, tuttavia, se siano stati ipotizzati reati o individuati responsabili.

Le richieste delle pastaie e la posizione del Comune di Bari

Le pastaie hanno chiesto al comune di Bari un intervento che permetta loro di mettersi in regola, sia dal punto di vista igienico che fiscale, senza compromettere una tradizione radicata nella cultura locale. Tuttavia, lamentano che le loro richieste siano rimaste finora inascoltate.

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha dichiarato l’impegno del comune nel trovare un compromesso che tuteli questa attività tradizionale risalente “ai nonni dei nostri nonni”.

Allo stesso tempo, ha sottolineato la necessità di salvaguardare i consumatori e garantire standard di sicurezza adeguati. L’assessore allo Sviluppo locale, Pietro Petruzzelli, sarebbe al lavoro per elaborare un piano che possa rispondere alle esigenze di tutte le parti coinvolte.